Si può immaginare un turismo senza ristorazione? O comunque, una vita normale senza i locali? E al di là di ciò, se i ristoratori dovranno a lungo tenere i locali chiusi, o ridurre di molto la capienza, come potranno sopravvivere? Queste e tante altre domande hanno portato un gruppo di ristoratori riunitisi su Facebook nel gruppo “Ho.Re.Ca Unita” a lanciare, per martedì 28 aprile, una protesta in tutta Italia: apertura simbolica dei locali con illuminazione delle insegne e delle vetrine per esprimere la “volontà di tornare in piena attività”. L’invito, rivolto a tutti i colleghi (e in centinaia hanno già aderito) è quello di “accendere le insegne e le luci dei locali per l’ultima volta”.
“Produrre, generare occupazione e regalare emozioni sono la nostre vocazioni, assicurare un contributo produttivo al sistema paese, la nostra missione”, scrivono in una nota i ristoratori che hanno indetto la protesta. “Dalle vetrine e su i prospetti di ogni locale sarà visibile un cartello di unione ed esortazione #risorgiamoitalia. Ognuno manifesterà la propria protesta con foto, video messaggi ed atti dimostrativi al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica alle ragioni della nostra causa comune. Il nostro rammarico è che tutto ciò potrebbe accadere per l’ultima volta”.
I ristoratori, pur dichiarandosi consapevoli del dramma sanitario che si sta abbattendo sul paese, non vedono di buon occhio la possibilità di riaprire con misure giudicate controproducenti: capienza ridotta, distanziamento, e addirittura c’è chi ipotizza l’installazione di pareti divisorie in plexiglas tra i commensali. E soprattutto sottolineano il fatto che le attività i sono viste azzerare i ricavi. “A fronte della nostra grande disponibilità”, proseguono, “l’azione del governo fino ad oggi si è dimostrata tardiva ed insufficiente. Ci è stata premessa liquidità e non ci sono arrivate neanche le dovute garanzie. Quando si parla di fase due o fase tre, vengono contemplati parametri insostenibili, distanze incolmabili con una riduzione del 70% dei coperti disponibili e tutte le responsabilità a carico dei gestori. Aprire con il 30/40% dei ricavi ed il 100% dei costi. Per i locali di pubblico spettacolo la data della riapertura non è nemmeno al orizzonte. Questo è un gioco al massacro cui non vogliamo partecipare. Senza le dovute garanzie non riapriremo!”.
La protesta proseguirà poi il 29 aprile, quando i ristoratori, sempre in via simbolica, consegneranno le chiavi delle attività ai sindaci chiedendo “di rovesciarle sui tavoli del governo”.
Protestano i ristoratori: il 28 aprile “apriamo i locali per l'ultima volta” |