Il Movimento 5 Stelle ci riprova: a distanza di quattro anni dall’ultima volta, un gruppo di deputati del partito pentastellato presenta in aula una proposta di legge per reintrodurre l’insegnamento della storia dell’arte a scuola. Si tratta della proposta di legge 632, presentata il 15 maggio su iniziativa dei deputati Maria Marzana, Francesco D’Uva, Luigi Gallo, Alessandra Carbonaro, Vittoria Casa, Nicola Acunzo, Lucia Azzolina, Marco Bella, Flora Frate, Paolo Lattanzio, Felice Mariani, Alessandro Melicchio, Michele Nitti, Rosa Alba Testamento, Daniela Torto, Manuel Tuzi e Virginia Villani, e assegnata il 7 agosto alla Commissione Cultura. La proposta è praticamente identica alla 2504 della XVII Legislatura, che sempre Marzana, D’Uva, Gallo e altri (all’epoca c’era anche l’attuale sottosegretario ai beni culturali, Gianluca Vacca) presentarono il 1° luglio 2014: fu assegnata alla Commissione Cultura, ma non se ne fece niente.
I principi che animano la proposta sono gli stessi: “L’arte, al pari degli altri settori della cultura”, si legge nella proposta di legge, “rappresenta un bene di insostituibile valore sociale e formativo nonché un elemento strategico per la crescita del territorio e per l’economia del nostro paese. L’Italia è conosciuta nel mondo come il paese della bellezza e della cultura: capolavori assoluti, paesaggi meravigliosi, artigiani eccellenti, gente creativa e ospitale. Il nostro patrimonio culturale e paesaggistico, diffuso in modo omogeneo in tutto il territorio nazionale, appartiene non solo a tutti gli italiani, ma all’intera umanità. Proprio perché ne siamo custodi, il mondo ci guarda e ci giudica, valutando la nostra capacità di difenderlo, di gestirlo e di valorizzarlo. È necessario un rinnovamento vero, tempestivo e appassionato. Bisogna avere una visione d’insieme e cambiare l’immagine di un’Italia troppo spesso ritenuta incapace di salvaguardare e custodire le sue opere d’arte. Se godere del nostro patrimonio storico e artistico e dei nostri beni culturali è un diritto di ogni cittadino, chiunque abbia il privilegio e la responsabilità di occuparsi della loro gestione dovrà farlo con rigore e competenza, al di sopra di opinioni di parte. Poiché siamo convinti che alla cultura debba essere riservata la stessa importanza dell’economia, della sanità, della sicurezza, della giustizia e dell’istruzione, riteniamo necessario intervenire al fine di migliorare innanzitutto la formazione delle nuove generazioni. L’attenzione al patrimonio artistico e alla sua tutela e valorizzazione costituisce una componente essenziale dell’educazione alla cittadinanza e della maturazione dei giovani, per una consapevolezza d’identità nazionale che sia legata anche ai territori”.
Per tali ragioni, i deputati pentastellati propongono che, a decorrere dall’anno scolastico 2019/2020, l’insegnamento della storia dell’arte sia “impartito per almeno due ore settimanali nei corsi scolastici delle scuole secondarie di secondo grado”, e questo per il primo biennio, mentre per il successivo triennio vengono individuati percorsi nei quali l’insegnamento dev’essere impartito “garantendo il potenziamento della materia nelle aree economica, informatica, grafica, comunicativa, turistica, enogastronomica, tecnologica e ambientale”. Gli oneri sono gli stessi previsti nel 2014 (693 milioni di euro), ma cambiano le coperture: se nel 2014 si pensava di ricorrere a 8 per 1000, trasferimenti di risorse da altri ministeri e riduzione della spesa militare, l’attuale proposta prevede la riduzione di 330 milioni di euro sul Fondo per interventi strutturali di politica economica e la riduzione di 363 milioni di euro sugli “investimenti pluriennali per la difesa nazionale”.
Insegnamento della storia dell'arte a scuola, i pentastellati ripresentano una proposta di legge |