C’è una svolta sulla vicenda della Natività di Caravaggio (Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610), il celeberrimo capolavoro trafugato dall’oratorio di San Lorenzo a Palermo nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 e mai più ritrovato (qui un dettagliato approfondimento sull’opera). Della Natività non si è più saputo niente: il furto è stato da sempre attribuito alla mafia ma ignote sono le sorti del dipinto (c’è anche chi sostiene che sia stato distrutto).
Nelle ultime ore la Procura di Palermo ha però deciso di riaprire l’inchiesta sul furto del grande capolavoro: la commissione Antimafia, infatti, avrebbe comunicato nuovi dettagli sulla vicenda agli inquirenti. In particolare, è emersa la possibilità che la mafia abbia consegnato il dipinto a un mercante d’arte svizzero. Secondo la commissione, il furto sarebbe stato opera di delinquenti comuni, e sarebbe finito nelle mani di Cosa nostra solo successivamente. In particolare, dell’opera si sarebbe occupato il boss Gaetano Badalamenti, che secondo Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, “non ha capito la bellezza dell’opera, ma il valore economico sì”. Pare quindi “che il dipinto sia stato venduto a un mercante svizzero, che noi pensiamo di aver individuato, si è commosso davanti all’opera, ma l’avrebbe ugualmente fatta a pezzi per venderla. La mafia ne ha ricavato un consistente guadagno”.
L’opera figura nella lista delle dieci opere più ricercate dall’Fbi. Adesso la riapertura del fascicolo, assegnato al procuratore aggiunto Marzia Sabella e al pm Roberto Tartaglia e ancora a carico di ignoti, potrebbe aprire nuovi scenari.
Nell’immagine: Caravaggio, Natività con i santi Lorenzo e Francesco, dettaglio (1600; olio su tela, 268 x 197 cm; Palermo, già nell’oratorio di San Lorenzo, trafugata nel 1969)
La Natività di Caravaggio rubata nel 1969 forse fatta a pezzi: la Procura di Palermo riapre l'inchiesta |