Il Getty Museum stravolge un quadro di Giovanni Segantini (Arco, 1858 - monte Schafberg, 1899) andando a sostituire la cornice della Primavera nelle Alpi, dipinto che il museo di Los Angeles ha acquistato nel gennaio del 2019 e che fino a non molto tempo fa era esposto nella sua cornice originale. Si tratta di un’opera che Segantini aveva dipinto per un collezionista di San Francisco, Jacob Stern, che all’epoca della realizzazione del quadro (è del 1897) ricopriva il ruolo di direttore della Levi Strauss & Co., la nota azienda produttrice di jeans. Il quadro rimase in possesso della famiglia di Stern fino al 1999 e poi, come detto, esattamente vent’anni dopo il Getty lo ha acquistato per le sue collezioni.
La Primavera nelle Alpi, spiegava all’epoca dell’annuncio dell’acquisto Davide Gasparotto, senior curator della pittura al Getty, "è un inno gioioso al ciclo della vita e al risveglio della natura durante la primavera dopo un inverno duro e lungo. È un’opera straordinariamente compiuta in cui simbolismo e naturalismo sono inestricabilmente intrecciati. Lo stesso Segantini lo annoverava tra i suoi capolavori assoluti“. Secondo Gasparotto si tratta anche di ”uno dei maggiori dipinti dell’Ottocento italiano in America, un’opera iconica che espande la nostra capacità di raccontare la storia della pittura europea del XIX secolo".
Era stato peraltro lo stesso museo, sempre nell’annuncio dell’acquisto, a sottolineare come la Primavera nelle Alpi fosse “arrivata al Getty nell’elaborata cornice che l’artista originariamente disegnò per l’opera”. Ora però il museo ha proceduto con il cambio di cornice (non si sa perché: dalle foto postate sulle pubblicazioni sotto menzionate e da quelle trovate sui social pare non ci siano didascalie che avvisino di un eventuale restauro, né sono state pubblicate note sul sito), avvenuto probabilmente ad aprile, dal momento che la prima notizia sul “reframing” della Primavera nelle Alpi si trova sul blog “Los Angeles County Museum on Fire” di William Poundstone data in quel mese (e le poche foto sui social degli utenti che postano la Primavera nelle Alpi con la cornice nuova sono tutte successive). Poundstone scriveva di come la cornice dorata originale fosse stata sostituita con una cornice bianca in stile vagamente Shaker che “enfatizza il modernismo dell’artista”. Secondo Poundstone, l’operazione potrebbe essere finalizzata a far apprezzare al pubblico statunitense l’arte di Segantini, poco conosciuta a quelle latitudini, e quindi i curatori del Getty hanno probabilmente cercato di evitare che i visitatori californiani, vedendo l’opera dentro quella cornice, potessero pensare a un’opera attardata.
La sostituzione è stata però fortemente criticata dalla storica dell’arte Lynn Roberts sul suo The Frame Blog, pubblicazione tutta dedicata alle cornici: “Sembra essere un errato indirizzamento dello spettatore, che viene condotto lontano dal lavoro e dalle intenzioni dell’artista”, ha spiegato Roberts. "I collezionisti in passato hanno spesso fatto reincorniciare i pezzi che hanno acquistato o ereditato per imprimere la proprietà, o per coniugarli ad altre opere nelle loro gallerie, o ancora come parte della ristrutturazione e dell’aggiornamento di un interno ereditato da una generazione più vecchia, ma oggi dai principali musei del mondo ci si deve aspettare un approccio migliore, meno soggettivo e più storicamente illuminato. Dal momento in cui il curatore tedesco Wilhelm von Bode iniziò negli anni Ottanta dell’Ottocento a fare una campagna per un museo a Berlino che esponesse dipinti, sculture e arte decorativa dello stesso periodo tutti insieme, in un interno integrato, il percorso verso la presentazione del museo avrebbe sicuramente continuare progressivamente in questa direzione, custodendo e conservando anche le cornici degli artisti.
La cornice di Primavera nelle Alpi è frutto, ha poi spiegato Roberts con una lunga digressione sulle cornici di Segantini, di un percorso immaginativo caratterizzato da talento e fantasia: anche la cornice, nel caso del dipinto acquistato dal Getty, è infatti partecipe del tema del dipinto, coi suoi motivi floreali primaverili che rimandano al ciclo della natura (e in particolare alla natura dell’Engadina: i fiori intagliati sulla cornice sono infatti narcisi delle Alpi svizzere meridionali). Inoltre, la cornice del dipinto del Getty è citata anche in una lettera che Segantini scrive nel 1897 al mercante Alberto Grubicy, in cui l’artista sollecita l’ordine del materiale per terminare il lavoro in termini ragionevoli. Infine, per Mirella Carbone, direttrice del Museo Segantini di Sankt Moritz, le cornici del pittore trentino erano “parte integrante delle sue opere”. Insomma: il Getty, con questa operazione, ha in realtà troncato una parte importante del lavoro di Segantini. Si spera dunque che presto il museo monti il quadro nuovamente nella sua cornice originale, per ridare dignità al grande artista.