È polemica per il tradizionale presepe di Piazza San Pietro, installato ogni anno davanti alla basilica vaticana: è tradizione, dal 1982 (è Giovanni Paolo II il papa che ha lanciato questo uso), che ogni anno una città d’Italia invii a Città del Vaticano il suo presepe, e quest’anno è toccato a Castelli in Abruzzo, per l’esattezza in provincia di Teramo. Le statuine del presepe di Castelli, sistemate al centro del colonnato del Bernini lo scorso 11 dicembre, furono realizzate tra il 1965 e il 1975 dagli studenti del Liceo Artistico “Grue” della città abruzzese, nota per la sua tradizione della ceramica: il presepe consta di circa cinquanta personaggi, di cui quindici sono arrivati in Vaticano. Sono realizzate ovviamente in ceramica e sono grandi figure cilindriche che, spiegano dalla Diocesi di Teramo, hanno “alcuni particolari descrittivi come i capelli e la barba ricordano la scultura mesopotamica” ma includono anche “rimandi all’arte rinascimentale, al neobarocco novecentesco e all’informale”.
Ci sono però anche figure bizzarre, per esempio quella di un astronauta. “Docenti e studenti”, si legge nella presentazione ufficiale, “vollero immortalare anche eventi importanti del mondo contemporaneo e così all’interno dell’opera troviamo statute eccentriche rispetto alle figure tradizionali del Presepe, come l’astronauta, che fa riferimento alla conquista della luna. Il Presepe fu esposto a Roma nel Natale del 1970 e successivamente a Gerusalemme, Betlemme e Tel Aviv. Quest’opera rappresenta una felice sintesi tra tradizione e accoglienza del nuovo, ricerca e sperimentazione. Per noi, studenti di oggi, un esempio luminoso di capacità progettuale collettiva. Un’ispirazione e un’aspirazione”.
Il presepe è finito nell’occhio del ciclone perché secondo molti brutto e poco appropriato. Tra i personaggi figura anche una specie di guerriero con un elmo mostruoso, che somiglia molto al cattivo di Star Wars, il film uscito in Italia col titolo di “Guerre Stellari” nel 1977, e che è stato particolarmente preso di mira sui social e non solo. E piovono dunque le critiche: tra i meno teneri figura anche Vittorio Sgarbi, secondo cui questo presepe è una “umiliazione del cattolicesimo”, come ha scritto sul blog del giornalista Nicola Porro (“i personaggi”, ha detto Sgarbi, “non si riconoscono, queste cose non riguardano il mondo cristiano, sono una caricatura, una finzione, il mondo religioso, che nell’arte ha avuto la sua consacrazione, è stato tradito”). Su change.org si susseguono anche le petizioni per chiedere al Vaticano la rimozione: “Fermo restando il valore culturale del presepe di Castelli nella provincia di Teramo ed il momento storico durante il quale fu fatto (anni Sessanta e Settanta) che spiega la presenza di un astronauta”, si legge in una di queste, “risulta inapropriato aver messo una figura di guerra e di morte in una scena del Natale di Gesù, Principe della Pace ed Agnello Innocente. Lasciando stare il giudizio sulla brutezza o bellezza del presepe in quanto scena della Nascita del Salvatore, ed essendo a disposizione tante altre figure fatte dagli stessi artisti, non si spiega come mai a chi doveva decidere la composizione sacra, è venuto in mente mettere un guerriero con le corna e con un teschio impresso nel casco”.
E il papa cosa dice? Per adesso non commenta, ma c’è chi osserva che, nell’angelus di domenica scorsa, papa Francesco ha invitato i fedeli a vedere una mostra di presepi tradizionali senza però far riferimento a quello di Castelli. Una dimenticanza voluta? Chissà: intanto la polemica continua, ma probabilmente il presepe non verrà rimosso.
Vaticano, è polemica per il presepe con un personaggio che sembra il cattivo di Star Wars |