Terza manifestazione oggi a Pistoia per protestare contro lo spostamento di alcune opere di Marino Marini (Pistoia, 1901 - Viareggio, 1980) dalla città natale a Firenze, dove ha sede il Museo Marino Marini, nei locali dell’ex chiesa di San Pancrazio. Ripercorriamo però le tappe dell’intricata vicenda, che cominciano a marzo, quando il cda della Fondazione Marino Marini aveva discusso la proposta di trasferire le opere dello scultore pistoiese nel museo fiorentino. In Toscana esistono infatti due musei dedicato a Marino Marini: in quello di Firenze sono conservate le opere che l’artista donò al Comune di Firenze, mentre nel museo di Pistoia, che ha sede a Palazzo del Tau, si trova il patrimonio artistico che Marino Marini aveva invece deciso di lasciare alla città e che è costituito dalla gipsoteca, dalla videoteca, dalla fototeca, dalla biblioteca e da un ricco corpus di dipinti, sculture e disegni. La Fondazione si costituì nel 1983 per volere della moglie di Marino Marini, Mercedes Pedrazzini, che assieme alle istituzioni locali di Pistoia trovò nell’ex convento del Tau la sede per accogliere il patrimonio.
L’idea della Fondazione è quella di valorizzare la figura Marini con due complessi distinti e dedicati a diversi aspetti della sua figura e per garantire al patrimonio “la migliore coerenza per una fruibilità di più ampio respiro” (così dichiarava a dicembre Paolo Pedrazzini, presidente della Fondazione). La levata di scudi contro la decisione di spostare le opere d’arte a Firenze è stata però pressoché unanime e bipartisan, e anche il Comune di Pistoia si è mosso per evitare lo spostamento: “il Comune”, dichiarava il mese scorso il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi (Fratelli d’Italia), “fin dall’inizio ha adottato tutte le misure puntuali e necessarie contro l’idea del trasferimento avanzata dalla Fondazione Marini San Pancrazio e dalla Fondazione Marino Marini”. Secondo Tomasi “si tratta di una battaglia di tutti: è interesse della città di Pistoia che le opere di Marini restino qui e per questo, già dallo scorso marzo, stiamo mettendo in atto ogni azione possibile. Non si parla di Marino Marini ma della città di Marino Marini. Non si parla soltanto delle opere del Maestro, ma di un patrimonio che identifica e caratterizza Pistoia”.
Contro la Fondazione si sono però espresse anche la Regione Toscana e la Soprintendenza, che lo scorso 3 dicembre ha posto un vincolo di pertinenza tra le opere di Marino Marini e il luogo in cui sono esposte. “Le istituzioni pistoiesi e la vedova di Marini, Mercedes Pedrazzini”, si legge nell’atto della Soprintendenza, “agirono congiuntamente per istituire, nel 1983, l’attuale Museo Marino Marini attraverso la cessione in uso dell’ex convento del Tau, appositamente acquistato e restaurato dal Comune di Pistoia”. Gli ultimi sviluppi vedono, a fine dicembre, la convocazione di un cda urgente per discutere in merito all’apposizione del vincolo: la Fondazione ha deciso di ricorrere al Tar e ha stabilito di sospendere ogni sua attività prima del pronunciamento del tribunale amministrativo.
Di qui, l’idea di una nuova protesta, che è stata organizzata per stamattina e ha visto un’alta partecipazione di cittadini pistoiesi risolti a far rimanere in città le opere dello scultore. Tra i presenti alla manifestazione anche la senatrice pistoiese del Pd Caterina Bini che si è dichiarata vicina ai suoi concittadini che sono scesi in piazza per “lottare per mantenere le opere di Marino nella sua città, dove devono restare”. Bini, peraltro, stamani ha ribadito che il ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, appoggia le ragioni della protesta.
Si attende dunque la decisione del Tar: se verrà rigettato il ricorso della Fondazione, l’unica opzione sarà l’ulteriore ricorso al Consiglio di Stato. Ma se anche in questo caso la Fondazione non dovesse veder accolte le proprie ragioni, allora le opere di Marino Marini dovranno necessariamente rimanere a Pistoia.
Nell’immagine, la manifestazione di stamani a Pistoia davanti alla sede della Fondazione Marino Marini.
Pistoia, tanti cittadini scendono in piazza per l'arte: si protesta contro lo spostamento a Firenze delle opere di Marini |