Il dipinto L’addio del volontario realizzato nel 1858 dal pittore ottocentesco Vincenzo Cabianca (Verona, 1827 – Roma, 1902) e custodito al museo “Giovanni Fattori” di Livorno ha ispirato il regista Matteo Garrone per il suo nuovo film Pinocchio in uscita in questi giorni nelle sale cinematografiche. A interpretare Geppetto nel film è Roberto Benigni.
Il regista è stato ispirato infatti dall’opera di Cabianca e da altri dipinti di Giovanni Fattori, massimi rappresentanti della pittura macchiaiola, per la loro semplicità cromatica. Garrone stesso ha dichiarato che nel girare il film ha messo nella fotografia e nel paesaggio la pittura macchiaola: "I luoghi di Pinocchio sono stati scelti perché facessero pensare ai quadri macchiaioli, riflettendo quelle luci e quei colori che fossero in grado di raccontare l’anima dei personaggi".
Appartenente alla collezione civica livornese, il dipinto riflette pienamente questo concetto per l’ambientazione intima e quotidiana attenta alla minuta descrizione del reale e al significativo ruolo della luce e del colore.
L’addio del volontario affronta da un punto di vista intimo un tema patriottico: un giovane in divisa saluta la giovane moglie e l’anziano padre prima di partire per la prima guerra d’indipendenza. L’uso della luce in quest’opera sottolinea la drammaticità del momento, illuminando nel buio i volti delle persone raffigurate.
Il quadro si basa su una pittura di ambientazione quotidiana con forti toni sentimentali.
Immagine: Vincenzo Cabianca, L’addio del volontario (1858; olio su tela, 77,8 x 92 cm; Livorno, Museo Giovanni Fattori)
La pittura macchiaiola ha ispirato il nuovo Pinocchio di Garrone |