A Parma rinasce la chiesa di San Francesco del Prato, importante edificio gotico che da tempo aspettava la fine dei restauri, e che da secoli celava molti dei suoi tesori alla vista dei visitatori. La riapertura della chiesa è tra le novità più attese di Parma 2020 Capitale Italiana della Cultura.
Nel 2019, San Francesco del Prato è stata oggetto di importanti opere di restauro e luogo di eventi culturali che hanno consacrato la sua rinascita, preparando le sue storiche architetture alla riapertura al pubblico e al culto l’8 dicembre 2020. Il tutto anche grazie alla raccolta fondi Liberiamo San Francesco del Prato, promossa dal Comitato per San Francesco del Prato che ha coinvolto l’intera città.
La chiesa, dall’età napoleonica fino al 1992, fu trasformata in carcere, e ha visto riemergere la bellezza della sua facciata originaria, grazie all’eliminazione delle inferriate che la deturpavano da oltre 200 anni. Il cantiere della facciata è stato aperto il 3 settembre del 2018 e ad aprile 2019 la raccolta fondi ha raggiunto 3,5 milioni di euro, grazie alle tante donazioni e a Fondazione Cariparma, al Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia, Famiglia Chiesi, Barilla, Faac e altri partners. A luglio 2019 è terminato il consolidamento strutturale del corpo della ex chiesa ed il restauro della facciata. I 600 metri quadri della facciata sono stati tutti liberati dalle grate, divenute parte di cofanetti speciali consegnati ai partecipanti della raccolta fondi, i quali hanno acquistato così un “pezzo di storia” contribuendo nello stesso tempo al restauro dell’opera. Il segno del carcere, particolarmente evidente nelle grate alle finestre, è rimasto nelle cappelle laterali, in tutto il lato sud, nel campanile e nelle absidi.
In occasione della liberazione di San Francesco del Prato sono stati organizzati anche eventi speciali e la valorizzazione del suo patrimonio storico e artistico. Dal 15 settembre al 3 novembre 2019, per 8 fine settimana, oltre 2.400 persone hanno partecipato alle visite guidate in quota, ammirando la chiesa da una prospettiva inedita, con il privilegio di osservare da vicino il rosone a 16 raggi creato da Alberto da Verona nel 1462 con la grande cornice di terracotta policroma, e aprire lo sguardo alla città dall’alto, grazie al contributo di 50 guide volontarie. Altre visite guidate si svolgeranno sono in programma e si svolgeranno a partire dal periodo dopo Pasqua 2020 fino al 19 luglio.
Già altri eventi si sono tenuti nella chiesa: per esempio, alcuni appuntamenti del Festival Verdi, tre concerti straordinari per la rassegna Il Suono della Bellezza, che si sono svolti con il sostegno di Opem e Suite 152 (in collaborazione con il Teatro Regio), e con il loro ricavato hanno contribuito ai lavori di restauro. (il 7 ottobre si è esibito lo Spiritual Trio di Fabrizio Bosso con un omaggio alla musica black, il 14 ottobre il violinista Massimo Quarta e l’Orchestra I Musici di Parma, diretta da Vassili Christopoulos con musiche di Ludwig van Beethoven, il 15 ottobre il Trio di Parma sulle note di Robert Schumann, Antonín Dvorák e Johannes Brahms). E ancora, dal 27 settembre al 27 ottobre San Francesco del Prato è stata sede di una tappa del tour di Biosphera Project, per porre l’accento sulle innovazioni e le tematiche green nel campo dell’architettura: in Piazzale San Francesco è stata installata un’unità abitativa itinerante ed energeticamente autonoma, progettata secondo i principi della biofilia, con l’obiettivo di portare benessere e rigenerare corpo e mente degli abitanti.
Durante i lavori di restauro, sono poi riemersi frammenti di affreschi quattrocenteschi sotto l’intonaco dell’abside centrale, come abbiamo già raccontato su queste pagine. Si tratta di opere che rivelano un cielo stellato, foglie d’oro che fanno da corollario alla figura del Cristo Pantocratore, il volto e la rappresentazione di Sant’Orsola, un putto cinquecentesco, la testa di un papa. Per restaurare il Cristo della chiave di volta, Crédit Agricole Italia ha attivato una raccolta fondi sulla sua piattaforma di crowdfunding www.ca-crowdforlife.it, che ha come partner la Fondazione Cariparma, la quale donerà una somma pari al totale raccolto (fino ad un massimo del 50% dell’importo obiettivo finale). Si può perlatro ancora contribuire alla rinascita della Chiesa di San Francesco del Prato, un patrimonio di tutti, versando un contributo sul sito sanfrancescodelprato.it tramite carta di credito o bonifico. In base all’importo dell’offerta, oltre alla presenza nel registro dei donatori, saranno proposti un oggetto o un’attività come segno di ringraziamento (a partire da 10 euro: visita in quota fino al rosone; a partire da 30 euro: un gadget eco-friendly; a partire da 50 euro una mattonella in terracotta raffigurante il leone o la gazzella che circondano il rosone della facciata; a partire da 200 euro: un cofanetto contenente la sezione di una delle inferriate della facciata numerate una per una, un certificato di autenticità e un libretto con la storia della chiesa-carcere).
È ancora possibile sostenere il progetto attraverso una libera erogazione, beneficiando dell’Art Bonus, che consente il recupero fiscale del 65%, in tre anni, dell’importo donato sia da cittadini sia da imprese: i bonifici vanno intestati alla Diocesi di Parma (IBAN IT02N0623012700000038406827 c/o Crédit Agricole Italia, causale Art Bonus – Diocesi di Parma – San Francesco del Prato – Parma).
Nella foto, la facciata della chiesa prima del restauro.
Parma, rinasce la chiesa di San Francesco del Prato. A dicembre sarà riaperta al pubblico e al culto |