Nell’estate del 2019 potrebbe riaprire alle visite dei turisti il sito archeologico di Palmira, in Siria: le rovine dell’antica città sono state duramente provate dalla guerra civile siriana, e alcuni monumenti sono stati deliberatamente distrutti tra il 2015 e il 2017 dai militanti dell’ISIS, che hanno anche brutalmente assassinato il direttore del sito, l’archeologo Khaled al-Asaad, perché si era rifiutato di dire loro dove erano stati nascosti alcuni importanti reperti.
A prospettare i tempi di riapertura è il governatore di Homs (del cui governatorato Palmira fa parte), Talal Barazi, che ha dato l’annuncio in un’intervista all’agenzia di stampa russa Sputnik. “Le autorità”, ha spiegato, “hanno un progetto di restauro di tutti i danni subiti dall’antica città di Palmira. Inoltre, ci sono proposte, da parte delle potenze mondiali, per restaurare alcune opere d’arte e tesori storici di Palmira. Credo che Palmira sarà pienamente pronta ad accogliere i turisti nell’estate del 2019”.
I paesi che si sarebbero proposti per i restauri, dichiara ancora Barazi, sarebbero la Russia, la Polonia e l’Italia. Alcune sculture palmirene sono già nei laboratori di restauro presso il Museo Nazionale di Damasco, dove sono cominciati gli interventi. Palmira fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco dal 1980. Ed è “parte della storia del mondo”, conclude Barazi: “non appartiene soltanto alla Siria”.
Nell’immagine, una foto di Palmira nel 2010. Ph. Credit: Bernard Gagnon
Palmira potrebbe riaprire ai turisti nell'estate del 2019 |