Alla fine, dopo lo scontro tra la fazione contraria ai lavori a Palazzo dei Diamanti e i sostenitori del progetto di ampliamento (che prevedeva la costruzione di un padiglione esterno, collocato nel giardino, e che, come hanno più volte specificato sia il Comune di Ferrara che gli autori del progetto, in nessun modo avrebbe intaccato l’edificio storico e sarebbe totalmente reversibile), è arrivato il blocco del Ministero sul progetto. Con una lettera di cinque pagine inviata alla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, il direttore generale archeologia, belle arti e paesaggio, Gino Famiglietti, si è appellato all’articolo 9 della Costituzione, al Codice dei Beni Culturali e al decreto sulle norme per i lavori alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche (oltre che alla dichiarazione d’importante interesse storico e artistico che riguarda Palazzo dei Diamanti), e ha rilevato che “il progetto di edificazione di un padiglione nello spazio retrostante il monumento costituirebbe una oggettiva modificazione, in termini deteriori, del reciproco rapporto visuale fra Palazzo e spazio verde di pertinenza nonché della relazione tipologica fra questi due contesti, entrambi oggetto di tutela”, e che “l’edificazione di detto padiglione non può essere considerata un intervento a carattere di reversibilità, dal momento che l’edificio, progettato per essere sede permanente di mostre di arte contemporanea, sarebbe da realizzarsi con adeguate fondazioni e struttura in cemento armato e lo stesso concetto di ‘architettura reversibile’ appare una contraddizione in termini in ragione dell’utilizzazione stabile cui il nuovo volume è destinato”.
Di conseguenza, il Ministero dispone che il Soprintendente, ferme restando le necessità di approfondimento sulla questione, “esprima parere negativo, con richiesta di revisione, per la parte del progetto presentato che inerisca alla realizzazione dei nuovi volumi”, che sono ritenuti “non compatibili con le esigenze di tutela del complesso monumentale, considerato in sé e nei suoi rapporti spaziali e percettivi, per come storicamente sedimentato”. La Soprintendenza di Bologna (competente anche per Ferrara), con documento del 18 gennaio firmato dal soprintendente Cristina Ambrosini, si è semplicemente limitata a recepire le disposizioni del Ministero: “si evidenzia sin d’ora”, si legge nella risposta al direttore Famiglietti, “l’incompatibilità della proposta progettuale”, e di conseguenza comunica che “i termini del procedimento sono da ritenersi sospesi” in attesa di approfondimenti.
Si tratta, ovviamente, di una sospensione e non di un no definitivo, ma è probabile che il progetto venga rivisto. Famiglietti suggerisce, in alternativa, che il ripristino dell’anularità del percorso di Palazzo dei Diamanti esistente in antico venga ripristinato “per mezzo della realizzazione di un collegamento ipogeo tra le due ali, anche al fine [...] di rimuovere le strutture temporanee (non compatibili con il decoro del complesso stesso) che attualmente consentono di passare da un lato all’altro del complesso senza essere del tutto esposti agli agenti atmosferici e di non alterare gli equilibri esterni dell’armonico rapporto tra edificato storico e spazio aperto di pertinenza”. In alternativa a un ipotetico percorso sotterraneo, per ampliare gli spazi riservati alle grandi mostre Famiglietti suggerisce di restaurare e riutilizzare edifici di proprietà comunale posti nel Quadrivio e quindi utilizzabili come sede distaccata di Palazzo dei Diamanti (per esempio, si parla di Palazzo Prosperi Sacrati o della Caserma Bevilacqua).
L’Ordine degli Architetti di Roma si appella al ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli, affinché l’esito del concorso venga rispettato (“non è ammissibile”, dichiarano gli architetti, “che i vincitori di procedure trasparenti, dopo aver impegnato tempo e risorse nell’elaborazione dei progetti, si vedano privati dalla possibilità di esercitare”), e commenta: “le notizie che arrivano da Ferrara e che riguardano lo stop all’ampliamento di Palazzo dei Diamanti costituiscono un precedente pericoloso, oltre che antistorico e anticontemporaneo. Per questo l’Ordine degli Architetti di Roma, a difesa dei suoi iscritti e dell’intera categoria, ha deciso di prendere posizione rispetto alla risoluzione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali che di fatto blocca il progetto, scavalcando la Soprintendenza e bypassando le regole”. Ad ogni modo, l’intera vicenda farà ancora discutere a lungo.
Nell’immagine: un rendering del progetto.
Palazzo dei Diamanti, il Ministero blocca il nuovo padiglione: “Non compatibile con le esigenze di tutela” |