Con una lunga lettera inviata al Corriere del Mezzogiorno, il professor Nicola Spinosa, tra i principali sostenitori del “no” allo spostamento delle Sette opere di misericordia di Caravaggio dal Pio Monte della Misericordia al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli per la mostra Caravaggio a Napoli (un “no” poi definitivo, in quanto il verdetto finale del Ministero dei Beni Culturali ha disposto che il dipinto non lasci la chiesa), ha voluto chiarire alcuni aspetti della questione, primo su tutti lo spostamento degli anni Ottanta, quando l’opera lasciò il Pio Monte per essere esposta in una mostra a Capodimonte, diretto allora dallo stesso Spinosa.
“La tela del Caravaggio, con gli altri dipinti presenti in chiesa”, ha spiegato Spinosa, “fu trasferita a Capodimonte su decisione dell’allora Soprintendente Raffaello Causa per motivi di tutela e di sicurezza, dal momento che la stessa chiesa, a seguito del terremoto del novembre 1980, risultava fortemente danneggiata e bisognevole di complessi interventi di restauro che si protrassero oltre il 1985; fu solo per questo temporaneo trasferimento dalla chiesa che La Madonna della Misericordia fu esposta a tre successive mostre, curate o progettate dallo stesso Raffaello Causa: a Londra nel 1982 presso la Royal Academy of Art (Pittura a Napoli da Caravaggio a Luca Giordano), e a Napoli, sempre a Capodimonte, nel 1984 (Civiltà del Seicento a Napoli) e nel 1985 (Caravaggio e il suo tempo). A mostre concluse e a lavori di restauro della chiesa terminati, le tele del Caravaggio e degli altri pittori furono di nuovo restituite al Pio Monte e ricollocate sugli altari di originaria pertinenza”. Spinosa conclude auspicando che possa cessare la polemica, ritenuta “inutile e soprattutto contraria ai reali interessi culturali, sociali e civili di Napoli e dei napoletani, ma non solo”.
La lettera completa è stata pubblicata sull’edizione del 10 marzo del Corriere del Mezzogiorno.
Ancora sul trasferimento del Caravaggio di Napoli. Spinosa: “Negli anni Ottanta venne spostato per restauro” |