Questa volta, come tutti sanno, il noto fotografo Oliviero Toscani ha pronunciato una frase irricevibile, quando nel corso della trasmissione radiofonica Un giorno da pecora, lo scorso 3 febbraio, intervistato dal conduttore Giorgio Lauro sul suo incontro con le “sardine”, si è chiesto “a chi interessa che caschi un ponte?”. L’infelice domanda ha ricevuto critiche bipartisan, e le parole di Toscani sono state stigmatizzate anche dal Comitato per le vittime del Ponte Morandi, oltre che dall’ad di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi. Toscani ha cercato, su Twitter, di spiegare il suo punto di vista, affermando che la frase è stata estrapolata dal contesto: “mi dispiace”, ha scritto, “che parole estrapolate e confuse possano far pensare una follia come quella che a me non interessi nulla del Ponte. Solamente la cattiveria può strumentalizzare una cosa simile. A me come a tutti, quella tragedia interessa e indigna, ma è assurdo che certi giornalisti ne chiedano conto a me”. Dopodiché, ai microfoni di Radio Capital, il fotografo ha dichiarato di essere “distrutto umanamente” per quello che è successo, e ha ribadito che con la frase voleva dire che nell’incontro con le sardine si era parlato d’altro (la stessa interpretazione che ne ha dato suo figlio Rocco che, intervistato dalla trasmissione La Zanzara, ha riferito che suo padre ha detto una “cagata”, “da cretino”, ma anche che il significato della frase è stato travisato).
Scuse e spiegazioni però non sono bastate e il caso Toscani si è spinto oltre: il primo a reagire è stato il gruppo Benetton, che ha rotto con il fototografo, dopo aver spiegato in una nota di “prendere atto dell’impossibilità di continuare il rapporto di collaborazione” con Toscani. La Lega ligure ha invece emanato un comunicato, firmato dai deputati Edoardo Rixi, Flavio Di Muro, Sara Foscolo e Lorenzo Vivian, chiedendo che Toscani non venga più ospitato in programmi Rai e che non sia più invitato ad eventi in Liguria. Ma non finisce qui: Toscani infatti ha alcuni progetti in corso, uno a Parma per la Capitale Italiana della Cultura 2020 e uno a Pinerolo. A Parma avrebbe dovuto tenere alcuni workshop di fotografia, il primo dei quali fissato per la settimana tra il 13 e il 20 febbraio. Ora però il progetto è slittato a data da destinarsi, e la motivazione ufficiale è un “cambio della struttura organizzativa del progetto”, anche se si legge che al più presto verranno comunicate le nuove date. Anche in questo caso c’erano state polemiche, con il Pd e la Lega che avevano chiesto il ritiro della partecipazione di Toscani all’iniziativa.
Polemiche anche a Pinerolo, dove è in corso una mostra del fotografo: il sindaco della città piemontese, Luca Salvai, ha chiesto agli organizzatori (la Fondazione Cosso) di chiuderla anticipatamente (“ritengo che una città non possa ospitare una mostra di Oliviero Toscani dopo queste affermazioni”, ha scritto in una nota. “Domani invierò lettera formale alla Fondazione Cosso chiedendo di sospendere la mostra: l’arte, così come la cultura, la musica, lo sport, il fare impresa, non possono ignorare quella responsabilità sociale che ciascuno di noi, nel nostro fare quotidiano, è chiamato a perseguire”). La scuola media di San Secondo di Pinerolo ha anche annullato una visita programmata: nell’istituto, ha spiegato la dirigente scolastica, avevano studiato due delle vittime del Ponte Morandi. La Fondazione Cosso però, pur dichiarandosi sconvolta dalle parole di Toscani, ha scelto di far proseguire la mostra perché la cultura deve andare avanti: “l’opportunità di conoscere la produzione di un artista”, ha spiegato la Fondazione, “rappresenta sempre un valido tentativo di indagare il proprio tempo, sviluppare gli strumenti necessari per attribuire significati e generare un momento di riflessione”.
In molti si sono dunque domandati se sia giusto censurare Toscani per la sua frase, e in tanti, pur condannando l’affermazione del fotografo, si sono espressi contro l’opportunità di chiudere i suoi progetti. Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti e l’assessore Michele Guerra hanno dichiarato che Toscani “ha detto una frase sbagliatissima ma forse è stato anche strumentalizzato. Lui si è accorto di avere fatto un errore ma sappiamo che la comunicazione contemporanea è complessa e spesso induce le persone a dire cose che non vorrebbero dire”, e hanno poi fatto sapere che il progetto per Parma andrà avanti. A prendere le difese di Toscani anche il deputato Michele Anzaldi di Italia Viva: “ma veramente”, si è domandato, “c’è qualcuno che può dubitare o addirittura mettere in forse la cultura civica e morale di un artista internazionale e di una personalità dello spessore di Oliviero Toscani, che ha dedicato tutta la sua carriera a difendere i diritti civili e combattere il razzismo, l’odio, le discriminazioni? Bastano poche parole per cancellare la storia di uno degli artisti italiani più noti nel mondo?”. Commenta invece la vicenda di Pinerolo il giornalista Gabriele Ferraris del Corriere della Sera: “capita che Toscani, davanti a un microfono di Radio1, spara l’ennesima minchiata. Ma stavolta è troppo grossa. Non è una minchiata, è un insulto ai morti. O, peggio ancora, è una battuta da coglioni, e riuscita pure malissimo. [...] Comprendo lo sdegno popolare, ma anche l’individuo e il libero pensiero hanno qualche diritto, se è vero che il comunismo è morto. La dittatura della maggioranza (o della minoranza rumorosa) non è la democrazia. Certe pratiche io, personalmente, le lascerei volentieri ad altri cieli, ed altri regimi. Cosa diversa è la coscienza personale. La mostra di Toscani è aperta, ma nessuno è obbligato a visitarla [...]. La città può ben esprimere il proprio sdegno boicottando la mostra dello sparaminchiate seriale. E rispettare, nel caso con dignitosa disapprovazione, chi la mantiene aperta o la visita”. E su Toscani si continua a discutere.
Dopo la frase “da cretino” sul Ponte Morandi, adesso tutti cercano di scaricare Oliviero Toscani: è giusto? |