Il Consiglio dei Ministri discuterà probabilmente quest’oggi la nuova bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR, il cosiddetto “Recovery Plan”) con cui l’Italia ripartirà i fondi Next Generation EU (il “Recovery Fund”). Per l’Italia, il piano prevede 221,5 miliardi (191,5 miliardi sono quelli di Next Generation EU e i restanti 30 derivano dai fondi complementari: la differenza sostanziale sta nel fatto che per i 30 miliardi complementari non c’è obbligo di rendicontazione a Bruxelles e c’è possibilità di avere scadenze più lunghe rispetto al 2026), suddivisi in sei missioni: 1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica; 3. Infrastrutture per la mobilità sostenibile; 4. Istruzione e ricerca; 5. Inclusione e coesione; 6. Salute. Si tratta presumibilmente dell’ultima bozza: l’Italia, infatti, entro il 30 aprile dovrà presentare il piano all’Unione Europea. A loro volta, le sei missioni sono suddivise in sedici componenti.
Il piano si pone due obiettivi chiave, si legge nella presentazione della bozza: “riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica” e “contribuire ad affrontare le debolezze strutturali dell’economia italiana”, caratterizzata da “ampi e perduranti divari territoriali”, “un basso tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro”, una “debole crescita della produttività” e “ritardi nell’adeguamento delle competenze tecniche, nell’istruzione e nella ricerca”. Per quanto riguarda la cultura, gli investimenti sono condivisi col settore del turismo: l’obiettivo è il “rilancio del turismo e dei settori della cultura tramite un approccio digitale e sostenibile (garantendo migliore accesso e sfruttamento dei siti culturali e turistici)”.
Rimangono più o meno invariati i fondi per la cultura rispetto all’ultima bozza: si tratta di 6,08 miliardi per la componente 3, “Turismo e Cultura 4.0” (che fa parte della missione 1, “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, del valore complssivo di 42,55 miliardi), a cui andranno ad aggiungersi 2 miliardi dei fondi complementari. Ecco di seguito tutti gli investimenti.
1. Patrimonio Culturale per la prossima generazione: 1,10 miliardi
1.1 Piattaforme e strategie digitali per l’accesso al patrimonio culturale, 500 milioni
1.2 Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per permettere un più ampio accesso e partecipazione alla cultura, 300 milioni
1.3 Migliorare l’efficienza energetica di cinema, teatri e musei, 300 milioni
2. Rigenerazione culturale di piccoli siti turistici e culturali, aree rurali e periferie urbane: 2,42 miliardi
2.1 Attrazione delle piccole città storiche, 1,02 miliardi
2.2 Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale, 600 milioni
2.3 Programmi di valorizzazione dell’identità dei luoghi, parchi e giardini storici, rigenerazione partecipata delle periferie urbane, 300 milioni
2.4 Sicurezza sismica nei luoghi di culto e restauro del patrimonio FEC, 500 milioni
3. Industria culturale e creativa 4.0: 160 milioni
3.1 Sviluppo della capacità degli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde, 160 milioni
4. Turismo 4.0: 2,40 miliardi
4.1 Hub del Turismo Digitale, 100 milioni
4.2 Strumenti di sostegno alle politiche per il turismo, 1,80 miliardi
4.3 Caput Mundi. Next Generation EU per grandi eventi turistici, 500 milioni
A queste risorse si aggiungono quelle del fondo complementare: 1,76 miliardi per “Piano di investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali” e 300 milioni per “Potenziamento di un polo produttivo strategico per l’industria cinematografica (Cinecittà)”.
Notevoli le differenze rispetto all’ultima ripartizione. Nella bozza precedente, gli 8 miliardi erano divisi in 2,7 miliardi per “Patrimonio culturale per la EU Next Generation” (1,1 miliardi per Potenziamento del piano strategico grandi attrattori turistico-culturali, 500 milioni per Piattaforme e strategie digitali per l’accesso al patrimonio culturale, 300 milioni per Miglioramento dell’accessibilità fisica, 500 milioni per Caput Mundi. Interventi sul patrimonio artistico-culturale di Roma e 300 milioni per Sviluppo industria cinematografica - Progetto Cinecittà), 2,4 miliardi per “Siti Minori, Aree Rurali e Periferie” (1 miliardo per il Piano Nazionale Borghi, 500 milioni per la Patrimonio storico rurale, 400 milioni per Programma Luoghi identitari, Periferie, Parchi e giardini storici, 500 milioni per la sicurezza antisismica dei luoghi di culto e per il restauro del patrimonio del FEC) e 2,9 miliardi per il “Turismo e Cultura 4.0” (400 milioni per Cultura 4.0: Formazione Turistica e iniziative per la diffusione culturale nelle scuole, 500 milioni per Supporto agli operatori culturali nella transizione green e digitale, 1,5 miliardi per Miglioramento delle infrastrutture di ricettività e dei servizi turistici, 500 milioni per il programma “Percorsi nella storia” - Turismo lento).
Ecco tutte le risorse per la cultura (8 miliardi) nella nuova bozza del Recovery Plan |