La Capitale Europea della Cultura 2025 sarà per metà italiana: il riconoscimento per il 2025 spettava infatti alla Slovenia, che aveva candidato la città di Nova Gorica, ma del comitato fa parte anche Gorizia, dato che le due città sono una la controparte dell’altra e sono legate non solo dalla continuità territoriale (Nova Gorica, letteralmente “Nuova Gorizia”, è praticamente l’estensione di Gorizia in terra slovena), e separate solo dal confine di Stato, ma mantengono anche strettissimi rapporti economici, sociali, lavorativi, culturali. Le due città gemelle hanno prevalso sulle altre cinque candidate (la capitale Lubiana e le città di Kranj, Lendava, Piran e Ptuj) con grande soddisfazione per i due paesi e per i sindaci delle città, Rodolfo Ziberna e Klemen Miklavic.
“Oggi”, ha dichiarato Ziberna, “non hanno vinto solo Gorizia e Nova Gorica, ma ha vinto l’Europa”. Gli ha fatto eco il presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, secondo cui si tratta di “un trionfo meritato che riempie di soddisfazione non solo le città nuovamente unite in questo obiettivo comune, ma l’intero Friuli-Venezia Giulia che non mancherà di trarre beneficio e crescita da questa opportunità”. Per Miklavic, “vincere il titolo è un’opportunità per l’intera regione, che ha una sua dimensione transfrontaliera”.
La nomina delle due città rappresenta finora un unicum, perché mai fino ad ora il titolo di Capitale Europea della Cultura era stato appannaggio di un’area che si estende su due paesi confinanti. Da molti, il titolo viene visto come un conferimento di notevole rilevanza simbolica: Nova Gorica nacque infatti nel 1947, dopo che il Trattato di Parigi aveva assegnato alla Jugoslavia una porzione della provincia di Gorizia, dividendo un territorio che per secoli era stato unito, e dividendo in due parti anche la città di Gorizia, dato che molti edifici caddero in territorio jugoslavo. La parte più grossa di Gorizia era però rimasta in Italia e in quell’area della Slovenia era venuto a mancare un centro amministrativo importante: di qui, la decisione di fondare una città, che oggi conta circa tredicimila abitanti (che invece ne ha trentaquattromila).
I due sindaci hanno atteso il verdetto dell’Unione Europea in Piazza Transalpina, la piazza su cui sorge l’omonima stazione, che dopo la guerra fu assegnata alla Slovenia: a separarla da Gorizia venne innalzato un muro, il Muro di Gorizia, abbattuto solo nel 2004, quando la Slovenia entrò a far parte dell’Unione Europea, e da allora la piazza, che si trova esattamente sul confine, è simbolo di pace e di cooperazione tra i due paesi.
“Dopo Maribor nel 2012”, ha dichiarato Mariya Gabriel, commissario europeo per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Educazione e la Gioventù, “Nova Gorica sarà la seconda città slovena a ricevere il titolo di Capitale Europea della Cultura, nel 2025. Ospitare una capitale europea della cultura è una splendida opportunità che una città e il suo circondario hanno per portare la cultura nel cuore delle loro comunità, e che i cittadini hanno per scoprire la ricca diversità di espressioni culturali nell’Unione Europea e oltre. Il Covid-19 ha impattato in modo molto forte sulle nostre vite e ha colpito diversi settori, soprattutto quello della cultura e della creatività. Sono convinta che il titolo di Capitale Europea della Cultura possa aiutare a far ripartire il settore, e spero che Nova Gorica possa raccogliere il potenziale culturale, economico e sociale a lungo termine insito nel titolo. Inoltre spero che il titolo rappresenti una luce alla fine del tunnel e che sproni lo spirito dei cittadini ad avere la meglio su questi tempi sfidanti”.
Come avviene la maggior parte degli anni, non ci sarà una sola capitale: per il 2025 ne sono state infatti designate due. Oltre a Nova Gorica-Gorizia, a fregiarsi del titolo sarà anche la città tedesca di Chemnitz, nominata lo scorso 28 ottobre.
Nella foto: veduta di Nova Gorica
Gorizia sarà Capitale Europea della Cultura 2025 assieme alla slovena Nova Gorica |