Ci sono anche la cattedrale di Notre-Dame e le statue dell’Isola di Pasqua nella lista dei 25 monumenti più a rischio del mondo stilata per il 2020 dal World Monuments Fund (WMF), l’ente no profit internazionale fondato nel 1965 per salvare il patrimonio in pericolo: da allora, il WMF ha avviato più di 600 progetti di conservazione in 90 paesi del mondo (in Italia è stato molto attivo a Venezia). La lista dei siti a rischio, nota come World Monuments Watch, è stata istituita nel 1995, ha cadenza biennale e si pone l’obiettivo di identificare il patrimonio culturale che appare in più urgente pericolo, in modo da stimolare azioni tecniche ed economiche che possano supportarne la conservazione. E grazie alla sponsorizzazione di American Express, partner dell’iniziativa, i siti dell’elenco riceveranno un milione di dollari per azioni di tutela.
“Il World Monuments Watch del 2020”, sottolinea Bénédicte de Montlaur, CEO del World Monuments Fund, “include tesori iconici come l’isola di Pasqua e siti socialmente rilevanti come il Woolworth Building di San Antonio, che ci ricordano come i siti più amati non siano definiti solo dal loro valore architettonico, ma anche dal loro impatto sulle comunità sparse in tutto il mondo. Questi importanti siti richiedono soluzioni sostenibili, guidate dalle loro comunità, e capaci di mettere assieme le persone e di fondere assieme la tutela e i cambiamenti sociali”.
I venticinque siti inseriti nell’elenco del 2020 sono i seguenti: Koutammakou, terra dei Batammariba (Benin e Togo; a rischio i villaggi della popolazione Batammariba); Ontario Place (Canada; una grande struttura di Toronto al momento chiusa e a rischio abbandono); Rapa Nui (Cile; le poche azioni fatte per tutelare le opere sono una minaccia, il sito peraltro era già stato incluso negli elenchi del 1996 e del 2000); Alexan Palace (Egitto; residenza della famiglia Alexan, acquistata dallo stato egiziano nel 1995 e oggi in abbandono); Notre-Dame de Paris (Francia; devastata dall’incendio dell’aprile 2019); il viadotto Bennerley (Inghilterra; raro esempio di viadotto risalente all’epoca della rivoluzione industriale, oggi inutilizzato); parco Nazionale di Tusheti (Georgia; importante parco minacciato dal degrado paesaggistico); quartiere di Gingerbread (Haiti; case tradizionali di Port-au-Price, in forte degrado); acquedotti storici dell’altopiano del Deccan (India; in disuso e in degrado, la loro riattivazione potrebbe favorire le popolazioni che abitano la zona); stadio Sardar Vallabhbhai Patel (India; simbolo dell’India post-coloniale, oggi in abbandono); tempio di Mam Rashan (Iraq; devastato dall’Isis, si pensa di ricostruirlo); terme di Inari-yu (Giappone; impianto tradizionale che rischia di scomparire); distretto di Iwamatsu (Giappone; cittadina costiera con edifici storici del periodo Meiji che rischia l’abbandono); Canal Nacional (Messico; un canale con duemila anni di storia, minacciato dalla crescita dell’urbanizzazione); fattorie tradizionali della Birmania (Myanmar; a rischio a causa del cambio dello stile di vita della popolazione); tempio di Choijin Lama (Mongolia; soffre un pesante degrado); chiva e chaitya della valle di Kathmandu (Nepal; piccoli templi votivi minacciati dalla crescita urbana); bazar di Anarkali (Pakistan; storico mercato a rischio per i cambiamenti dello stile di vita della popolazione); valle sacra degli Incas (Perù; siti minacciati da progetti di sviluppo economico invasivi); cappella Kindler (Polonia; in degrado); cortili di Axerquía (Spagna; caratteristici del centro storico di Cordova, in abbandono e degradati); Bears Ears National Monument (USA; sito degli indiani d’America a rischio); distretto di Central Aguirre (Porto Rico; devastato da un uragano, la sua ricostruzione procede molto a rilento); Woolworth Building (USA; palazzo di San Antonio simbolo delle lotte antisegregazione degli afroamericani, che necessita di essere conservato e valorizzato); case tradizionali ebraiche del quartiere di Mahalla a Bukhara (Uzbekistan; in abbandono a causa della forte emigrazione).
Nella foto: la cattedrale di Notre-Dame dopo l’incendio dell’aprile 2019.
Notre-Dame e Isola di Pasqua nella lista dei 25 monumenti più a rischio del mondo. Nessun italiano in lista |