New York, un bel murale di Keith Haring è a rischio


A New York rischia di sparire un bel murale di Keith Haring, quello che decora la piscina esterna del Tony Dapolito Recreation Center. Il centro ha infatti gravi problemi strutturali e si sta pensando di demolirlo. Tuttavia, il murale potrebbe essere salvato.

A New York rischia di essere distrutto uno storico murale di Keith Haring molto amato dagli abitanti, quello che decora una delle pareti del Tony Dapolito Recreation Center, centro ricreativo e sportivo del Greenwich Village che ospita piscine (interne ed esterne), campi da pallacanestro, palestre, percorsi per i runner. Il Park Department, l’ente cittadino responsabile della gestione dei parchi e dei centri ricreativi pubblici della città, ha infatti annunciato che sta valutando la possibilità di radere al suolo il Tony Dapolito Recreation Center a causa delle pessime condizioni dell’edificio, risalente al 1908. Attualmente è chiuso al pubblico (lo è dalla pandemia: non ha mai riaperto), e alcune ispezioni hanno rilevato i gravi problemi strutturali che lo affliggono: di qui la decisione della chiusura a tempo indeterminato. Secondo l’ente, data la delicatezza del complesso, che è peraltro il risultato dell’unione di tre edifici diversi, e dato che alcune sue strutture (come i campi da gioco) non rispettano più gli standard odierno, ricostruirlo da capo sarebbe più conveniente che ristrutturarlo.

Il problema è che su una parete di una delle piscine si trova un grande murale di Keith Haring, che raffigura nuotatori, delfini e una piscina, risalente al 1987: è una delle opere d’arte pubblica più amate di New York, ed è comparsa anche in un film (Kids di Larry Clark del 1995). Così, lo scorso 19 luglio, la Preservation League of New York State, associazione di tutela del patrimonio, ha inviato una lettera aperta al sindaco della città, Eric Adams, e ad altre autorità, per protestare contro l’eventuale demolizione di un edificio che ha più di un secolo di vita, che peraltro è anche iscritto al National Register of Historic Places, dal 2013. “L’edificio fu commissionato dalla città e costruito in più fasi, a partire dal 1906-08, su progetto dello studio di architettura Renwick, Aspinwall & Tucker, e da allora è al servizio del pubblico”, si ricorda nella missiva. “Inizialmente progettato come bagno pubblico che occupava l’estremità orientale di Hudson Park (ora James J. Walker Park), l’edificio è stato parte integrante del parco per gli ultimi 120 anni. […] L’affermazione di NYC Parks in una recente riunione del Community Board 2 secondo cui la struttura è troppo difficile da ristrutturare, in parte a causa della sua costruzione in più fasi, è del tutto infondata. Innumerevoli monumenti storici in tutta New York City che sono stati restaurati, riparati e conservati sono stati anche alterati nel tempo [...]. Le molteplici fasi di costruzione non impediscono certamente che un edificio venga riparato, né che venga conservato. Il fatto che il Recreation Center abbia bisogno di riparazioni o che alcune delle sue strutture interne non siano attualmente conformi agli standard non è un motivo valido per demolire un edificio storico protetto. È allarmante sentire i funzionari della città affermare che il deterioramento di questo edificio, la cui manutenzione è responsabilità della città stessa, dovrebbe essere un via libera alla demolizione. L’edificio ha senza dubbio bisogno di riparazioni, ma questa non è una giustificazione per la sua demolizione. Ci opponiamo fermamente alla demolizione del Tony Dapolito Recreation Center e invitiamo la città ad adottare misure immediate per restaurare questo bene pubblico di importanza storica, architettonica e culturale, in modo che lo spazio possa essere riattivato e svolgere la sua funzione originaria di luogo di svago per la popolazione di New York”.

Ad ogni modo, anche in caso di demolizione, potrebbe esserci il modo per salvare il murale di Keith Haring. È quanto ha fatto trapelare il Park Department in una dichiarazione resa alla rivista Artnet News. “Sappiamo che il murale è amato dalla comunità e un pezzo fondamentale dell’eredità di Keith Haring”, fa sapere l’ente. “Stiamo discutendo con la Keith Haring Foundation sulle esigenze di restauro del murale e stiamo valutando possibili opzioni”. Al momento comunque il destino del Tony Dapolito Recreation Center rimane incerto: l’ente ha stabilito la creazione di un nuovo centro ricreativo a poca distanza, ma sull’eventuale demolizione non sono state ancora prese decisioni.

Nell’immagine, il murale di Keith Haring. Foto: Tseng Kwong Chi © Muna Tseng Dance Projects Artwork © Keith Haring Foundation

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