È ormai entrata in porto l’operazione “Netflix della cultura”, fortemente voluta dal ministro dei beni culturali Dario Franceschini. La piattaforma di video di arte, musica, danza e teatro in streaming si chiamerà ITsART, e sarà raggiungibile dal sito www.itsart.tv, al momento in costruzione. “ITsART”, si legge nell’unica pagina per ora disponibile sul portale, “è il nuovo palcoscenico virtuale per teatro, musica, cinema, danza e ogni forma d’arte, live e on-demand, con contenuti disponibili in Italia e all’estero: una piattaforma che attraversa città d’arte e borghi, quinte e musei per celebrare e raccontare il patrimonio culturale italiano in tutte le sue forme e offrirlo al pubblico di tutto il mondo”.
Nei giorni scorsi è stata costituita l’omonima società ITsArt, partecipata al 51% da Cassa Depositi e Prestiti e al 49% da Chili, la nota piattaforma di video in streaming. Un milione di euro il capitale sociale (dunque 510.000 euro apportati da CdP e 490.000 da Chili). Le quote sono dunque detenute da un soggetto pubblico e da un soggetto privato. Esclusa dall’operazione, a quanto sembra e almeno per adesso, la Rai, nonostante nelle scorse settimane in moltissimi abbiano espresso critiche per il fatto che la Rai ha già una piattaforma di film e video in streaming, ovvero Rai Play, sulla quale ci sono già tantissimi programmi dedicati alla cultura. Ma le polemiche non si fermano qui: critiche sugli investimenti (lo Stato dovrebbe intervenire nel complesso con poco meno di 20 milioni di euro, con circa 9 da CdP e 10 dal MiBACT, ai quali si aggiungeranno i 9 messi sul piatto da Chili, dei quali 6 per lo sviluppo della piattaforma: un budget molto risicato se l’idea è quella di fare anche produzione di contenuti), sul naming (tanti si sono scagliati contro il nome in inglese di una piattaforma dedicata alla cultura italiana, per di più nell’anno di Dante Alighieri), e anche sulla stessa url del sito web, visto che altre estensioni (come itsart.com, itsart.net o itsart.org) risultano già occupate da tempo.
Quanto al nome, la “Netflix della cultura” si chiamerà così per dare l’idea che “Italy is art”. A ciò si aggiunge il logo tricolore, preceduto da un punto per... trasmettere l’immagine di un’Italia proiettata sul web (“Il punto davanti a IT, che ricorda l’estensione ’.it’”, si legge in una nota, “indica la proiezione italiana sul web, sottolineando la visione digitale del progetto”). Per adesso nessun annuncio invece sui programmi: il catalogo della piattaforma sarà però, a quanto ITsART lascia trapelare per il momento, farcito di contenuti che riguardano città d’arte, borghi, musei, teatri. Il lancio ufficiale è previsto nei primi mesi del 2021: per il momento, si apprende guardando la sola pagina raggiungibile, è possibile solo “inviare proposte di contenuti, eventi e manifestazioni culturali” all’apposito indirizzo content@itsart.tv.
Nell’immagine: il logo di ITsART.
Ecco la Netflix della cultura: si chiamerà ITsART. Già pronto anche il logo |