Nel 1946 lasciò 25 dipinti alla Mauritshuis dell'Aia... ora gli eredi li rivogliono indietro


Bizzarra vicenda in Olanda: nel 1946, il direttore della Mauritshuis dell’Aia lasciò in eredità al museo 25 dipinti, tra cui alcune opere di Rembrandt. Adesso gli eredi li rivogliono indietro: secondo loro, infatti, il museo non ha rispettato le condizioni del lascito.

Poco meno di ottant’anni fa, nel 1946, Abraham Bredius l’allora direttore della Mauritshuis dell’Aia, uno dei più importanti musei olandesi, concesse in lascito al museo che aveva diretto alcuni dipinti, tra cui anche opere di Rembrandt, incluso un Doppio ritratto di due uomini africani del 1661, rarissima raffigurazione di due uomini neri liberi nella Amsterdam del XVII secolo, e dunque una delle opere più viste e discusse del museo. Adesso, gli eredi di Bredius rivogliono indietro tutte le venticinque opere che il loro antenato donò al museo.

La bizzarra storia è stata raccontata nelle scorse ore dal New York Times: secondo gli eredi di Bredius, infatti, la Mauritshuis non avrebbe rispettato una condizione del lascito, secondo cui tutte le opere dovevano essere sempre esposte in via permanente. Solo parte del nucleo di 25 lavori tuttavia è adesso in mostra. Così, gli avvocati degli eredi hanno presentato una mozione al tribunale distrettuale dell’Aia, bollando come una “grave violazione” dei termini del lascito il comportamento del museo, e chiedendo l’annullamento della donazione e l’immediata restituzione di tutte le opere alla famiglia. “Bredius era stato molto chiaro su ciò che voleva”, ha detto in un’intervista uno degli eredi. “È uno schiaffo in faccia ad Abraham Bredius: se lo avesse saputo, non avrebbe concesso quel lascito”.

Rembrandt, Due uomini africani (1661; olio su tela, 77,8 x 64,4 cm; L'Aia, Mauritshuis)
Rembrandt, Due uomini africani (1661; olio su tela, 77,8 x 64,4 cm; L’Aia, Mauritshuis)

Come è prassi del museo, non vengono rilasciate dichiarazioni alla stampa su controversie in corso, e prima che il caso si risolva potrebbe passare del tempo: tuttavia, in passato l’istituto aveva espresso riserve sull’autografia di alcune delle opere del lascito, e per questo motivo non erano esposte. Tra queste, figurava anche il Saul e David che è stato rimosso dalla sua parete nel 2007 per dissipare i dubbi sulla sua autografia: Bredius acquistò l’opera nel 1898, ma sessant’anni dopo vennero mosse perplessità sull’opera. Poi, nel 2015, il museo confermo l’autografia e l’opera tornò esposta. Stando agli eredi, sarebbero comunque 20 su 25 i lavori non esposti, e secondo loro il museo di fatto avrebbe accettato le opere del lascito, ma non le condizioni.

Su quale sarà il destino dei dipinti qualora gli eredi dovessero tornare in loro possesso, le risposte sono state diverse. Uno dei due richiedenti ha detto che “non è un buon momento per parlarne. È un futuro lontano”. L’altra invece ha chiarito la propria posizione: “Non abbiamo intenzione di venderli, non è una questione di soldi. Per noi è importante che ricevano attenzione e che non siano in una qualche stanza sul retro dove nessuno può vederli”. Presto ovviamente per dire a chi darà eventualmente ragione un tribunale.


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