Nasce il Gruppo Panini Cultura: un ponte tra beni culturali e digitalizzazione


Franco Cosimo Panini Editore lancia il nuovo Gruppo Panini Cultura, che vuole essere un polo di eccellenza per la digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio culturale, riunendo quattro aziende leader italiane.

Dalle figurine alle digital humanities: Franco Cosimo Panini Editore annuncia la nascita del Gruppo Panini Cultura, un nuovo polo dedicato alla trasformazione digitale del patrimonio culturale. La casa editrice di Modena, nota inizialmente per le figurine e i volumi d’arte, ha ampliato il proprio raggio d’azione con l’acquisizione di quattro aziende italiane di eccellenza nel settore: Haltadefinizione, Memooria, Hyperborea e Mida Digit.

Il Gruppo Panini Cultura si pone l’obiettivo di offrire un ampio spettro di servizi digitali per il settore culturale. Le aziende coinvolte, attive da oltre 20 anni, si occuperanno della digitalizzazione, gestione e valorizzazione del patrimonio culturale, collaborando con istituti di rilievo come musei, archivi e biblioteche.

Un progetto ambizioso che mira a diventare punto di riferimento nel settore, contribuendo in modo significativo anche agli obiettivi del PNRR, con la gestione di circa il 30% degli oggetti digitali previsti dal piano. Con un fatturato di oltre 4 milioni di euro nel 2023 e progetti contrattualizzati per oltre 10 milioni per il biennio 2024/2025, il gruppo guarda con fiducia al futuro, puntando anche su un’espansione internazionale a partire dal 2025.

Il Gruppo Panini Cultura ha sede a Modena, con sedi a Milano, Bergamo, Pisa, Cremona, Novara, in Germania e in Spagna. Conta oggi cantieri attivi su tutto il territorio italiano, sia per campagne di digitalizzazione, sia per servizi di gestione dei patrimoni culturali (censimento, catalogazione, inventariazione, riordino, restauro, valorizzazione, etc.). Le aziende del gruppo collaborano stabilmente da oltre 20 anni con i più importanti istituti culturali tra musei, biblioteche e archivi, sia in Italia che all’estero. Nel corso dell’ultimo anno, le società del gruppo Panini Cultura hanno registrato un fatturato aggregato in costante crescita, che nel 2023 ha superato i 4 milioni di euro, con prospettive di ulteriore incremento. Solo per le annualità 2024/2025 sono stati già contrattualizzati progetti per oltre 10 milioni di euro. È previsto inoltre un piano di espansione estera a partire dal 2025.

Panini Cultura attualmente impiega oltre 100 addetti tra dipendenti e collaboratori (con un 52% di presenza femminile), con un piano di espansione che prevede il raddoppio del numero entro il 2025. All’interno del gruppo collaborano figure professionali diverse e complementari: storici dell’arte, archeologi, conservatori, restauratori, archivisti e fotografi, affiancati da sistemisti, analisti, UX/UI designer, sviluppatori, progettisti elettronici e meccanici, fino agli esperti di intelligenza artificiale. Questa combinazione unica di conoscenze crea un ponte tra tradizione e tecnologia, trasformando la valorizzazione e la conservazione del patrimonio culturale in un processo dinamico e all’avanguardia.

Oggi il Gruppo gestisce oggi 500 terabyte di dati, con una capacità di archiviazione qualificata che arriverà a 3 petabyte entro il 2025. Gestisce infrastrutture per la conservazione e pubblicazione di asset digitali di beni culturali su cloud. Nel sistemi delle aziende del Gruppo sono conservate più di 30 milioni di immagini ad alta risoluzione, con un ritmo di crescita di milioni di nuove immagini all’anno. Panini Cultura fornisce servizi di digitalizzazione a oltre cento istituti culturali, tra cui alcuni dei più importanti musei, biblioteche e archivi Italiani. Il parco macchine e sistemi tecnologici per la riproduzione digitale di beni culturali comprende scanner planetari e microfilm, scanner gigapixel e 3D, droni, laser scanner, setup fotografici: la maggior parte delle macchine sono ingegnerizzate e prodotte internamente al Gruppo, con una dotazione entro il 2024 di oltre 100 linee di scansione e setup fotografici per: documenti di archivio e libri, trasparenti, pellicole e microfilm, monete, medaglie, reperti archeologici, statue e oggetti museali di varia natura fino a grandi formati come opere pittoriche, opere murali, architetture interne o esterne.

Digitalizzazione gigapixel + 3D dello Sposalizio della Vergine presso la Pinacoteca di Brera
Digitalizzazione gigapixel + 3D dello Sposalizio della Vergine presso la Pinacoteca di Brera
Digitalizzazione della Tomba del Tuffatore in collaborazione con i Parchi Archeologici di Paestum e Velia
Digitalizzazione della Tomba del Tuffatore in collaborazione con i Parchi Archeologici di Paestum e Velia
Haltadefinizione. Foto: Ars Electronica
Haltadefinizione. Foto: Ars Electronica

“Per noi del reparto tech”, dichiara Giovanni Borelli, amministratore di Memooria e CTO del Gruppo Panini Cultura, “è una sfida entusiasmante sviluppare tecnologie all’avanguardia per studiare, conservare e valorizzare l’immenso patrimonio culturale italiano. L’innovazione tecnologica esponenziale che stiamo sperimentando negli ultimi anni ci permette di raggiungere risultati che fino a poco tempo fa potevamo solo leggere nella letteratura fantascientifica. Lo studio e lo sviluppo che stiamo portando avanti nel campo dell’Intelligenza Artificiale ad esempio ci sta aprendo nuove possibilità: di automazione e precisione nel trattamento delle informazioni partendo da immagini e modelli 3D di documenti e opere d’arte”.

“Portali web per la valorizzazione del patrimonio, l’uso di visori 3D per l’accessibilità e le visite virtuali, l’introduzione dell’intelligenza artificiale per la descrizione, la metadatazione e la ricerca sono solo alcuni dei servizi offerti, destinati ad evolvere e crescere grazie alla collaborazione tra le diverse competenze e alla qualità delle partnership scientifiche ed istituzionali in corso”, spiega Giorgio Spinosa, CEO di Hyperborea e direttore generale di Mida Digit.

“Con Haltadefinizione”, dice Luca Ponzio, CEO di Haltadefinizione e di Memooria, “abbiamo digitalizzato opere del calibro dell’Ultima Cena di Leonardo o i capolavori degli Uffizi, e ci siamo sempre dedicati all’uso delle digitalizzazioni sia come strumento di conservazione che di valorizzazione. Poter osservare opere come l’Ultima Cena o la Venere di Botticelli nei minimi dettagli consente di studiarle approfonditamente senza sottoporre l’originale a stress, stimolando al contempo la conoscenza e, di conseguenza, il flusso turistico verso i musei che le custodiscono”.


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