Nella notte del 5 novembre, è stata collocata a Napoli, più precisamente a Piazza del Pebliscito, una scultura raffigurante un neonato rannicchiato e inchiodato a terra da una catena. L’opera è dello scultore Jago e si intitola Lookdown.
Il nome della scultura assomiglia a “lockdown”, la parola più utilizzata in questo storico periodo di pandemia, quindi è un gioco di parole. “Il significato della mia opera? Andatelo a chiedere a tutti quelli che, in questo momento, sono stati lasciati incatenati nella loro condizione”, ha dichiarato l’artista Jago. Lookdown, afferma, è "un invito a ’guardare in basso’ ai problemi che affliggono la società e alla paura di una situazione di povertà diffusa che si prospetta essere molto preoccupante, soprattutto per i più fragili.
Jacopo Cardillo, questo il suo vero nome, è un artista di 33 anni originario di Frosinone. In passato aveva “offerto” a Napoli un’altra sua opera, dal titolo Figlio velato, scultura che richiama nel nome e nella realizzazione il capolavoro di Giuseppe Sammartino, il Cristo Velato, custodito nella Cappella San Severo, nel cuore della città. È solito realizzare le sue opere scolpendo il marmo a mano: il materiale con cui ha realizzato Lockdown è marmo Danby proveniente dalle cave statunitensi del Vermont.
“Lookdown”, l'opera di Jago a Napoli: “vi invito a guardare ai problemi della società” |