Bergamo vuole rialzarsi dal colpo del coronavirus attraverso la cultura, guardando positivamente al futuro. È in questo senso che è nata una collaborazione con il Metropolitan di New York, altra città pesantemente segnata dall’epidemia di Covid-19: il museo americano ha concesso in prestito all’Accademia Carrara di Bergamo un capolavoro di Caravaggio (Michelangelo Merisi; Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610), I musici, esposti nel museo orobico dal 22 maggio al 31 agosto. L’opera segna dunque, per l’istituto, la possibilità di riaprire le porte al proprio pubblico.
I musici furono eseguiti da Caravaggio a Roma nella primavera del 1597: committente era il potente cardinale Francesco Maria Del Monte, protettore del giovane artista arrivato nella capitale, e grande appassionato di musica. La commissione era nata proprio nell’ambito degli intrattenimenti musicali che Del Monte ospitava nella sua residenza a Palazzo Madama. I protagonisti, tre giovani abbigliati all’antica, suonano un brano musicale che è stato recentemente identificato: si tratta di un madrigale a sei voci del musicista napoletano Pompeo Stabile, altro artista che faceva parte dell’entourage del cardinale. I versi sono invece di Jacopo Sannazzaro e parlano della caduta di Icaro: “Ben può di sua ruina esser contento; / s’al ciel volando a guisa di colomba, / per troppo ardir fu / esanimato e spento: / ed or del nome suo tutto rimbomba / un mar sì spazïoso, un elemento: / chi ebbe al mondo mai sì larga tomba?”. L’opera doveva essere inserita nel percorso della mostra Tiziano e Caravaggio in Peterzano, allievo di Tiziano e maestro di Caravaggio, chiusa dopo appena tre settimane di riapertura a causa dell’emergenza Covid-19 (non sarà prorogata). Nel dipinto, Caravaggio segue proprio uno schema che aveva conosciuto grazie a Peterzano, nella cui produzione figurano dipinti sullo stesso soggetto. Uno schema che prevedeva anche l’inserimento della figura del dio Cupido (è il primo a sinistra, riconoscibile dalle ali), vicino al quale si è voluto riconoscere un autoritratto di Caravaggio, nel giovane che suona il cornetto.
“Anche per la cultura non è un periodo facile”, afferma Maria Cristina Rodeschini, direttore dell’Accademia Carrara di Bergamo. “Mentre pensiamo a come riprogettare il nostro futuro, i musei fanno la loro parte, per la funzione sociale che è loro propria, mettendosi a disposizione della comunità. La Carrara si prepara a farlo, in continuità con le proprie origini e la propria storia. Esporre l’opera di un grande artista italiano, come Caravaggio, popolare in tutto il mondo per la sua capacità di coinvolgere e di conquistare, ieri come oggi, vuole dire richiamare l’attenzione sull’importanza del ruolo della cultura attraverso la quale riconoscere la propria identità, superare le difficoltà e riaprirsi al mondo. Nel dipinto tre giovani sono impegnati in un intrattenimento musicale (tra loro il pittore che si autoritrae) secondo una pratica diffusa e qui rappresentata in una scena di decisa modernità con quella figura che ci dà le spalle e di cui intuire le sembianze attraverso il profilo appena accennato. Immagine sofisticata, ma anche ricca di elementi che attingono alla realtà, annuncio di uno dei più originali campi d’indagine dell’artista. L’opera, custodita oggi nel più importante museo gli Stati Uniti, testimonia la solida alleanza tra la Carrara e il Metropolitan Museum e la solidarietà che unisce in questo momento Bergamo a New York, città gravemente provate dall’emergenza sanitaria. I musici concludevano il percorso della mostra Tiziano e Caravaggio in Peterzano, allievo di Tiziano e maestro di Caravaggio, oscurata dopo appena tre settimane di apertura. La Carrara riparte dalle sue collezioni e da quest’atto di generosità del museo americano, che ha assecondato il desiderio di esporre questo dipinto giovanile di Caravaggio nel cuore della pinacoteca. Un ringraziamento particolare per il direttore Max Hollein e per Keith Christiansen, Chairman of the Department of European Paintings The Metropolitan Museum of Art New York”.
“È stato un piacere per noi del Metropolitan Museum”, dichiara Keith Christiansen, capo del dipartimento di dipinti europei al Metropolitan Museum di New York, “aver potuto prestare I musici di Caravaggio all’Accademia Carrara. Abbiamo un rapporto di lunga data con questa importante istituzione bergamasca che accoglie una delle più pregiate collezioni d’Italia. Lerelazioni tra il Metropolitan Museum e Accademia Carrara sono state nel tempo sia istituzionali sia personali, spaziando dalla progettazione di mostre alla ricerca. Grazie all’esperienza curatoriale di Accademia Carrara e al supporto di Banca Popolare di Bergamo, nel 2000 abbiamo potuto presentare al pubblico americano The still life of Evaristo Baschenis: the music of silence, e nel 2012 abbiamo ospitato una mostra che ha dato risalto a un a parte dei capolavori della collezione. Quello che il Metropolitan Museum e Accademia Carrara hanno in comune è l’impegno a promuovere l’apprezzamento per l’ambito, ancora poco studiato, dei dipinti del nord Italia, culla dell’arte rivoluzionaria di Caravaggio. Per questa ragione abbiamo tenuto tanto a prestare I musici in occasione della mostra dedicata al maestro di Caravaggio, Simone Peterzano, esposizione vittima della pandemia. E non vediamo l’ora di continuare a collaborare insieme”.
L’opera si può vedere negli orari d’apertura del museo. Per tutte le info visitare il sito ufficiale dell’Accademia Carrara.
Immagine: Caravaggio, I musici (1597; olio su tela, 87,9 × 115,9 cm; New York, Metropolitan Museum)
Bergamo vuole rialzarsi con un Caravaggio. “I musici” sono in prestito dal Metropolitan di New York |