Via alla ricostruzione del Museo Nazionale del Brasile di Rio de Janeiro, distrutto da un devastante incendio nel 2018 nel corso del quale è andata perduta gran parte delle collezioni. L’incendio era stato causato da un cortocircuito dell’impianto di condizionamento, che ha messo in luce le gravi negligenze sul fronte dei necessari lavori di manutenzione. Il museo era ospitato nel sontuoso Paço de São Cristóvão (Palazzo di San Cristoforo), edificio neoclassico di inizio Ottocento, costruito tra il 1819 e il 1821 su progetto di Pierre-Joseph Pézerat: fu residenza degli imperatori del Brasile fino al 1889, quando con un colpo di Stato fu deposto l’ultimo imperatore, Pietro II, fu poi nel 1891 sede dell’assemblea costituente brasiliana, e nel 1892 divenne sede del Museo Nazionale.
I lavori di ricostruzione sono ufficialmente cominciati venerdì 12 novembre, e la riapertura al pubblico è prevista per il 2026, ma in Brasile l’augurio è quello di recuperare la facciata entro il 7 settembre 2022, anno del bicentenario dell’indipendenza del paese. La partenza della ricostruzione in così forte ritardo (tre anni) è dovuta alla mancanza di fondi, e ancora a oggi il Museo ha raccolto soltanto il 65% delle risorse destinate al progetto, che ammontano a 385 milioni di real brasiliani (all’incirca 61 milioni di euro), la maggior parte dei quali provenienti dal Banco nacional do desenvolvimento (BNDES) e dalla Fundação Vale.
La ricostruzione inizierà proprio dalla facciata e dal tetto, entrambi gravemente danneggiati durante il drammatico incendio. “Oggi”, ha dichiarato alla stampa locale il direttore Alexander Kellner, “cominciamo a voltare pagina dopo una delle più grandi tragedie accadute in campo scientifico e culturale nel nostro paese”. Tuttavia la verà impresa sarà riempire il museo: non si può infatti recuperare in breve tempo una collezione di duecento anni che è andata per la maggior parte in fumo nel giro di una notte. Su questo fronte, il Museo Nazionale del Brasile necessiterà di aiuti internazionali.
Tutto questo, ha sottolineato Kellner alla Agência Brasil, “con la certezza che il lavoro sarà svolto in modo articolato con lo sviluppo di progetti di architettura, restauro, paesaggistica e museografia, con il supporto nazionale e internazionale. Nonostante i tempi difficili che stiamo vivendo, questa è una data che deve essere celebrata da tutti, specialmente da coloro che studiano in Brasile”.
“Questo lavoro che stiamo iniziando”, ha evidenziato Denise Pires de Carvalho, preside dell’Università Federale di Rio de Janeiro (UFRJ), sempre ad Agência Brasil, “è il risultato della forte struttura di governance che abbiamo stabilito con diversi partner e sponsor per realizzare il sogno di riavere il Palazzo Imperiale del Museo Nazionale, completamente restaurato e aperto al pubblico. E che nuovi partner possano unirsi al progetto, rafforzando questa iniziativa”.
La ricostruzione è resa possibile grazie al progetto Museu Nacional Vive (www.museunacionalvive.org.br), che vede coinvolti la UFRJ, l’Unesco e Vale Cultural Institute con il patrocinio di BNDES, Bradesco e Fundação Vale, con il sostegno del Ministero dell’Istruzione, della Banca Federale di Rio de Janeiro, dell’Assemblea Legislativa dello Stato di Rio de Janeiro e del Governo Federale. Il progetto prevede anche la ristrutturazione e l’ampliamento della Biblioteca del Museo, la realizzazione del Campus di ricerca, e gli interventi di tutela sui beni del palazzo e del Jardim das Princesas.