Vicenda Banksy al Museo M9 di Mestre: ecco cosa sappiamo per ora


Attorno alla mostra di Banksy al Museo M9 di Mestre è scontro fra l’associazione che organizza la mostra, Metamorfosi, e il curatore Stefano Antonelli, che ha presentato un esposto in procura per denunciare la presenza di quelli che secondo lui sono due falsi.

Ci sarebbero due opere di Banksy ’false’ esposte alla mostra Banksy. Painting Walls in corso all’M9 Museum di Mestre? La vicenda tiene banco in questi giorni tra gli appassionati d’arte. Tutto parte alcuni giorni fa, quando Stefano Antonelli, curatore di diverse mostre di Banksy e autore di vari libri, articoli e contributi sullo street artist britannico, ha presentato un esposto in procura a Venezia (e uno anche a Ravenna, poiché a Cervia è in corso una mostra parallela affetta, secondo Antonelli, dallo stesso problema), per denunciare la presenza di due opere da lui ritenute non autentiche ma che nella mostra, curata da Sabina De Gregori, verrebbero presentate come originali.

Le opere sono Dismaland 3D RatDismaland Monkey TNT. Adesso, le stampe sono state ritirate dalla mostra, organizzata dall’associazione culturale MetaMorfosi (organizzatrice anche della mostra di Cervia), presieduta da Pietro Folena, che però annuncia battaglia. La tesi dell’associazione verte sul fatto che le opere siano presentate al pubblico non come opere autentiche, ma come testimonianze di Dismaland. Metamorfosi, attraverso una nota, ha manifestato l’intenzione di querelare Stefano Antonelli. “L’esposto che riporta notizie false, le dichiarazioni rese in questi giorni ai mezzi di comunicazione e le azioni messe in atto da Antonelli -non nuovo a comportamenti di questo tipo- configurano una gravissima lesione della credibilità del nostro gruppo”, dichiara Metamorfosi. “La decisione di ritirare preventivamente dall’esposizione le opere contestate, pur in assenza di qualsiasi procedimento giudiziario, per metterle a disposizione delle autorità competenti al fine di compiere le verifiche necessarie, è una manifestazione di senso di responsabilità e di rispetto per l’opinione pubblica a cui l’iniziativa di Antonelli, non pago dello strascico di cause e sequestri che la sua società A&M Antonelli e Marziani S.r.l. ha recentemente subito per una mostra a Lecce, ha trasmesso informazioni false e distorte”.

Antonelli, tuttavia, ha sottolineato nelle scorse ore che le opere non provengono da Dismaland. “Mi corre l’obbligo di segnalare che contrariamente a quanto affermato pubblicamente dal Sig. Folena in questi giorni attraverso diversi media, le due opere che ho indicato come false opere di Banksy presso le autorità competenti, non provengono in alcun modo dall’evento denominato Dismaland, non sono in alcun modo legate a tale evento, e non sono mai state vendute, distribuite, o solo presenti in tale evento opere come quelle esposte dai due curatori presso le mostre di Mestre e Cervia, oggetto della mia segnalazione”, dichiara Antonelli. “Non esistono certificati ‘Dismaland’, non esistono opere di Banksy con timbri ‘Dismaland’. La società Metamorfosi sostiene che io dica falsità, ne sarei felice, poiché se io dico il falso, allora quelle opere sono vere, e quindi abbiamo scoperto tre nuovi Banksy da milioni di Euro. Purtroppo però si tratta di falsi clamorosi e difatti, fino ad ora non hanno fornito alla stampa le certificazioni in grado di smentirmi”.

“La società Metamorfosi”, prosegue Antonelli, “sostiene che io sia aduso a questi comportamenti, lo confermo, ogni volta che trovo un falso lo segnalo alle autorità competenti, segnalo invece che la società Metamorfosi è adusa a condotte riprovevoli, come la mostra di falsi Basquiat che mi chiesero di curare per loro nell’aprile 2022, due mesi dopo l’FBI sequestrò le opere e il museo licenziò colui che mi fu presentato come loro amico, il direttore del museo, Aaron DeGroft. Come sa benissimo il sig. Folena che si è occupato di organizzare le mie mostre su Banksy dal 2018 al 2022, sono uno studioso, catalogo le opere degli artisti che mi interessano e ne studio i percorsi. Se in un catalogo di un museo pubblico, uno studioso trova catalogate come vere delle opere false, egli lo segnala ai Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale che ha propriamente lo scopo di tutelare il lavoro dei tanti professionisti, studiosi e il pubblico stesso, da condotte come quelle messe in atto dalla società di Folena, non si tratta di un fatto privato, ma di un fatto culturale”. A queste ulteriori dichiarazioni, Metamorfosi ha nuovamente replicato: “Il comunicato del sig. S. Antonelli”, si legge in una nota, “contiene nuove pesantissime falsità volte a denigrare Metamorfosi e il suo presidente. Nulla di quanto è scritto corrisponde al vero, come ampiamente proveremo in ogni sede. Antonelli risponderà alla Magistratura anche di queste ulteriori menzogne”.

Nella foto: una sala della mostra dell’M9 Museum di Mestre.

Vicenda Banksy al Museo M9 di Mestre: ecco cosa sappiamo per ora
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