Su di un tema che scalda sempre di più gli animi, quello del green pass nei musei, sono in pochi a esporsi: ha fatto molto scalpore, lo scorso lunedì 2 agosto, la notizia delle dimissioni di Fabrizio Masucci, presidente e direttore del Museo Cappella Sansevero di Napoli, che ha lasciato la sua carica in segno di protesta contro l’applicazione del certificato sanitario. A suo avviso, infatti, le misure di sicurezza che i musei impongono al pubblico sarebbero già sufficienti a scongiurare il rischio di contagi, e in più i musei non dovrebbero diventare uno strumento da adoperare per ottenere scopi estranei alla loro finalità.
Tra i pochissimi che si sono esposti sulla materia figura Valentino Nizzo, direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, che peraltro è stato uno dei primi musei a comunicare al proprio pubblico l’obbligo di pass sanitario dal 6 agosto, ricevendone in cambio tuttavia anche molti insulti da parte di utenti che non sopportano l’idea di dover esibire il certificato prima di entrare in un luogo della cultura. Nizzo si è apertamente dichiarato favorevole al green pass e ha spiegato le proprie ragioni con alcuni post sul suo profilo Facebook, molto commentati e condivisi.
“Lo Stato potrebbe rendere obbligatorio il vaccino (art. 32 costituzione)”, spiega Nizzo, “ma non subito poiché quelle che stiamo adottando sono misure eccezionali e anche le cure identificate, seppure approvate da tutti gli organismi medici preposti, hanno ancora un carattere preliminare. La scienza ha tempi lunghi, il virus ha tempi brevi e letali, non tanto per la mortalità diretta quanto per le dinamiche di infezione, tali da congestionare in pochi giorni sistemi sanitari come il nostro che prevedono assistenza per tutti, senza discrimini (sempre art. 32). Salvo quelli dettati dalla mancanza di postazioni di rianimazione per covid o altre patologie, allora sì in quel caso è in gioco la libertà e la salute di tutti”.
Secondo l’articolo 32 della Costituzione, “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Nizzo evoca poi anche gli articoli 16 e 13: al 16, la Carta stabilisce che “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche”, mentre il 13 afferma che “La libertà personale è inviolabile”, ma anche che “In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto”.
“Nessun politico”, sottolinea il direttore del Museo Nazionale Etrusco, “si prenderà mai l’onere di imporre per legge vaccini che, pur efficaci, sono comunque in fase di controllo, anche se ogni giorno vengono pubblicati nuovi dati. Per questo si agisce su altri strumenti previsti dalla costituzione come la limitazione della circolazione e delle situazioni di rischio (art. 16 e art. 13). Gli strumenti normativi messi in campo dal governo sono in linea con l’eccezionalità della situazione e hanno efficacia di legge (art. 77)”. L’articolo 77 è quello in cui si stabilisce che il governo “non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria”, ma anche che “quando, in casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorniQuando, in casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni”.
Nizzo entra poi nel merito dell’applicazione del green pass ai musei, e lo fa con diversi argomenti. In primo luogo, spiega il direttore, “un positivo vaccinato ha una carica virale inferiore a un positivo non vaccinato, ragion per cui il green pass è comunque uno strumento di prevenzione efficace. Non lo si può imporre sui mezzi di trasporto o in determinate attività per ovvie (spero) ragioni, quindi si sta provando ad agire per progressione”. In secondo luogo, “l’aspetto più subdolo della malattia sta nella sua elevata asintomaticità e nelle modalità di trasmissione. Ricordate i discorsi dello scorso anno sulla permanenza del virus sulle superfici? Ecco. Immaginate un positivo asintomatico in un museo. Indossa la mascherina ed è distanziato. Ma tocca un vetrina o un corrimano. Quel corrimano diventa automaticamente un veicolo di contagio per tutti e per diversi giorni perchè per quanto cerchiamo di pulire nessuno è perfetto. Bisogna quindi prevenire questa possibilità e un museo statale ha più obblighi etici e morali di un centro commerciale o di un bar e può rinunciare ad alcuni ‘clienti’”.
“Non è facile applicare le regole e non mancano le resistenze interne oltre alle difficoltà strumentali legate a disposizioni spesso estemporanee come solo un emergenza può esserlo”, conclude Nizzo. “Ma rappresentiamo lo Stato e, indipendentemente da chi è scelto per governarlo, applichiamo le regole. Di fronte a una epidemia la disobbedienza civile produce solo i risultati che il virus si attende: agire parassitariamente sull’organismo e replicarsi il più possibile. Colpendo purtroppo anche chi alle regole si attiene, perchè il virus non discrimina nessuno, ma colpisce tutti indistintamente e all’insaputa di chi è infetto e di chi viene contagiato”.
Nella foto: Villa Giulia, sede del Museo Nazionale Etrusco
Museo Etrusco, il direttore spiega le ragioni del green pass: “strumento efficace” |