Sono state svelate per la prima volta lo scorso 13 maggio le allegorie della Giustizia (Iustitia) e della Cortesia (Comitas) dopo il restauro cominciato nel marzo del 2015: si tratterebbe, come gli studiosi avevano rivelato nel 2017, delle ultime opere dipinte da Raffaello Sanzio (Urbino, 1483 - Roma, 1520). Si trovano nella Sala di Costantino, vicino a due opere di Giulio Romano (la Visione della Croce e la Battaglia di Ponte Milvio) e sono state attribuite a Raffaello nel 2017 dal restauratore Fabio Piacentini e dallo storico dell’arte Arnold Nesselrath, specializzato in arte del Cinquecento e Delegato per i Dipartimenti Scientifici ed i Laboratori di Restauro dei Musei Vaticani, nonché responsabile dell’arte dei secoli XV e XVI.
A dare notizia del disvelamento è il giornale Vatican News, organo del Dicastero della Comunicazione di Città del Vaticano. La prossima riapertura dei Musei Vaticani consentirà dunque di ammirare quelle che, probabilmente, sono le ultime due opere di Raffaello. La decorazione della Sala di Costantino gli era stata affidata tra l’autunno del 1518 e la primavera del 1519 da papa Leone X Medici: l’ambiente, destinato a banchetti e ricevimenti, con i suoi 18 metri di lunghezza per 12 di larghezza è la quarta più grande tra le Stanze dell’appartamento di rappresentanza al secondo piano del Palazzo Apostolico. Raffaello scomparve prima di vederla finita, nel 1520: le decorazioni furono dunque portate a termine da Giulio Romano e dagli altri suoi collaboratori.
Per la Giustizia e la Cortesia, Raffaello sperimentò la tecnica della pittura a olio su muro, e il deterioramento dei materiali adoperati non aveva consentito di formulare un’attribuzione all’urbinate (sul quale comunque, come nota anche Vatican News, la critica è divisa). “Il lungo e complesso restauro appena concluso dai Musei Vaticani, grazie al sostegno dei Patrons of the Arts in the Vatican Museums”, scrive Paola Ondarza nel suo articolo, “ha portato alla luce elementi significativi che permettono oggi di ricondurre all’urbinate le due Allegorie. Raffinate metodologie di pulitura della superficie pittorica sono state eseguite a partire dal 2015 su tre pareti della Sala di Costantino dai tecnici del Laboratorio Restauro guidato da Francesca Persegati, coordinati da Fabio Piacentini, sotto la direzione scientifica di Guido Cornini. Gli interventi hanno consentito di far emergere nitidamente i colori straordinari dell’intero ciclo pittorico che inaugurò la stagione del manierismo raffaellesco”. Tra i dettagli più significativi, “risaltano il cangiantismo, le trasparenze e le sfumature proprie del ductus e della tavolozza del Sanzio”, e ancora “il rinvenimento di numerosi chiodi al di sotto della superficie su cui si stagliano le due Allegorie”. I chiodi servivano per fissare alla parete la colofonia, ovvero la pece greca stesa a caldo e ricoperta con uno strato di intonachino bianco allo scopo di riprodurre sul muro le caratteristiche di una tavola e così procedere con sicurezza all’esecuzione della pittura ad olio.
Le due nuove figure saranno visibili da tutti i visitatori dei Musei Vaticani quando riapriranno le porte.
Nella foto sotto: la Iustitia. Ph. Credit Vatican News
I Musei Vaticani svelano per la prima volta le ultime pitture di Raffaello: la Giustizia e la Cortesia |