C’è un caso che probabilmente non ha precedenti nel mondo della cultura: succede ai Musei Civici di Montebelluna, in provincia di Treviso, dove la cooperativa Culture (una delle maggiori in Italia nel settore della cultura), vincitrice del bando per la gestione dei musei del comune del trevigiano, ha abbassato gli ingaggi orari (del 12-15%) ai lavoratori, ma 25 di questi, tra i 28 e i 45 anni, molti dei quali vantano diversi anni di esperienza, hanno rifiutato di accettare la nuova situazione e minacciano pertanto di lasciare. Sono professionisti che da anni lavorano al Museo di Storia Naturale e di Archeologia e al Memoriale della Grande Guerra.
“La cooperativa Culture”, ha spiegato Marta Casarin, Segretaria Generale della FP CGIL di Treviso, “lo scorso mese si è aggiudicata l’appalto per gestire il museo di storia naturale e archeologia e il memoriale della Grande Guerra. Il Comune di Montebelluna ogni due anni emana il bando di gara per i musei civici. La veneziana Culture, che ha preso il posto della montebellunese Delfino, ha vinto con un significativo ribasso. Come CGIL ci stiamo battendo affinché i due contratti a tempo indeterminato abbiano la continuità prevista dalle norme. Capiamo la difficoltà dettate dal momento, ma non è ammissibile che la cooperativa voglia abbassare gli ingaggi orari ai 25 lavoratori pagati a partita iva e per prestazioni occasionali, che prima percepivano rispettivamente 27 e 23 euro l’ora lordi. Culture prima ha proposto una tariffa unica per tutti e successivamente 23 e 21,5 euro l’ora, un calo significativo anche considerando che il monte ore è ridotto, visti i pochi progetti attualmente in corso con le scuole. Nel corso degli anni questi lavoratori, compresi fra i 28 e i 45 anni di età, alcuni dei quali con 15 anni di esperienza alle spalle nel territorio, hanno dato un prezioso contributo e impulso all’attività museale, anche progettando laboratori didattici e visite guidate. La cultura e il lavoro offerti da storici, archeologi e naturalisti non devono e non possono essere svenduti, per di più considerando le alte e specifiche professionalità. La cooperativa, attiva da anni in ambito culturale a livello nazionale, vuole fare lo stesso prezzo ovunque, senza considerare le peculiarità della Marca”.
“I musei comunali”, conclude Casarin, “racchiudono un’eccellente qualità lavorativa, che ora si rischia di perdere. Se gli operatori se ne andranno, saranno rimpiazzati, con un inevitabile abbassamento della qualità stessa del servizio. Chiediamo un intervento al sindaco Elzo Severin, perché chi prende in gestione i musei deve essere messo nella condizione di garantire oltre al servizio la qualità del lavoro, dentro un quadro di mantenimento e di stabilizzare i lavoratori. L’ex sindaco Marzio ha sempre avuto a cuore la cultura, è inammissibile che ora perda valore”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il vicesindaco reggente, Elzo Severin: “Spiace che si tiri in ballo il Comune quando l’ente ha affidato l’incarico alla cooperativa Culture nel pieno rispetto delle norme”, afferma. “Alla scadenza del servizio di gestione dei musei comunali montebellunesi è stato pubblicato un bando di gara rispetto al quale ha presentato, la cooperativa Culture, ha presentato regolare offerta. Nessun altro ha partecipato per cui l’incarico, con la massima trasparenza, è stato affidato alla stessa. Tra l’altro segnalo che si è trattato di un bando caratterizzato da molta qualità, con diversi progetti e iniziative innovative ed interessanti che la cooperativa si è dimostrata disponibile a realizzare in collaborazione con i nostri servizi culturali. Pertanto, sebbene comprendiamo la preoccupazione della FP Cgil, il Comune non dispone di strumenti per intervenire nella definizione dei compensi dei collaboratori che, invece, attengono alla trattativa privata. Il Comune assicura comunque la direzione ed il controllo sulla qualità del servizio che molto attiene al lavoro che i servizi culturali di Montebelluna da sempre fanno nella programmazione e progettazione delle attività divulgative e educative grazie ai propri dipendenti”.
Secondo l’associazione Mi Riconosci tuttavia la situazione sarebbe diversa: “Il bando”, spiega il movimento che tutela i lavoratori della cultura, “poteva essere scritto per evitare simili ribassi, e salvaguardare i lavoratori nonché la qualità del servizio. Ora il museo continuerà a funzionare, ma perdendo vent’anni di progettazione e professionalità acquisite. La CGIL locale ci spiega che l’ingerenza del Comune non è mai mancata nella gestione del museo e dei compensi, ma adesso che sarebbe necessario un intervento diretto del committente (il Comune), ecco che questo viene negato”.
Musei di Montebelluna, coop abbassa compensi ai lavoratori, loro minacciano di lasciare |