A Mogliano (Macerata), comune immerso tra gli splendidi paesaggi dell’Appennino marchigiano, ha riaperto l’importante chiesa di Santa Maria Assunta di Piazza, che ospita un capolavoro di Lorenzo Lotto, la Madonna in gloria con Bambino e santi del 1548. Sorta nella metà del Settecento, di fianco all’antico oratorio della Madonna della Misericordia, è stata oggetto dal 2022 al 2023 di un profondo restauro che ha consentito di mettere la struttura in sicurezza dal punto di vista sismico, oltre all’ampio intervento sulle murature e sugli apparati decorativi. La chiesa era infatti diventata inagibile a seguito del terremoto che ha colpito l’Italia centrale nel 2016, e l’opera di Lotto era stata temporaneamente spostata nel piccolo museo locale.
I lavori sono costati un milione di euro e hanno restituito alla comunità la propria chiesa, che ha antiche origini: il primo edificio risale infatti al Cinquecento, e fu poi sostituito da quello attuale, terminato nel 1774, dopo un percorso durato oltre trent’anni (si cominciò infatti a pensare a una nuova chiesa nel 1742, nel 1750 il consiglio comunale approvò il progetto dell’architetto milanese Giambattista Ruschi e nel 1759 fu posata la prima pietra). Per la riapertura di Santa Maria Assunta di Piazza, avvenuta sabato 28 ottobre, il Comune ha organizzato due giornate di incontri religiosi, culturali e sociali. Presente all’inaugurazione anche il sottosegretario Vittorio Sgarbi, accompagnato dalla sindaca Cecilia Cesetti, dagli assessori e dai consiglieri. Fu lo stesso Sgarbi nel 2001, sempre da sottosegretario, a far ricongiungere la celebre pala d’altare con la sua cornice originaria: “Sono stato il ‘sacerdote’ di questo matrimonio”, ha detto durante l’inaugurazione.
“È per tutti noi un momento di estrema felicità”, dichiara invece il Comune di Mogliano in una nota, “poiché si restituisce alla città un monumento che non è solo il centro fisico del paese, ma anche quello emotivo. Rappresenta il luogo di unione per la nostra collettività e il simbolo di rinascita: una Chiesa di mattoni vivi in grado di abitare la strada ed il cuore di noi moglianesi!”.