Il Ministero della Cultura ha acquisito il Teatro Sociale di Amelia, lo splendido teatro settecentesco che era finito in vendita lo scorso anno, e che era stato aggiudicato in asta lo scorso novembre: ad aggiudicarselo, per la somma di 414mila euro, era stata una società d’investimenti immobiliari, ma la vendita era comunque sottoposta alla possibilità che il MiC esercitasse il proprio diritto di prelazione, stando a quanto dispongono gli articoli 60-62 del Codice dei Beni Culturali per i beni alienati. Il Teatro è sottoposto a vincolo d’interesse culturale.
E alla fine il ministero ha deciso di esercitare il diritto di prelazione e acquisire l’immobile, come conferma l’ente: “Il Ministero della Cultura”, ha dichiarato il ministro Dario Franceschini, “ha esercitato il diritto di prelazione sul Teatro Sociale di Amelia, acquisendo un immobile storico costruito nel 1783 su commissione della locale Società Filodrammatica. Un passo importante per garantire la continuità di uno spazio culturale molto sentito dalla comunità”. L’edificio deve il suo nome al fatto che a volero, a fine Settecento, fu un gruppo di nobili e borghesi di Amelia, cittadina in provincia di Terni: il progetto architettonico fu affidato all’architetto Stefano Cansacchi, mentre gli affreschi sono opera degli anni Ottanta dell’Ottocento di Domenico Bruschi.
“Il Teatro”, si legge nella relazione del ministero, “non solo rappresenta un esempio raffinato della cultura tardo settecentesca in Umbria nonché uno degli ultimi teatri storici presenti nel territorio Amerino-Narnese, di cui Amelia è il capoluogo, ma è ancor oggi luogo di scambi culturali che vedono la città al centro di eventi di musica classica e moderna, di danza e di prosa, di lirica e di jazz, tutti interpretati da ospiti di eccellenza. Profondamente legato alla tradizione artistica locale, ha accolto compositori ed interpreti di eccellenza nel campo della lirica, del concertismo, della prosa e delle più varie forme intellettuali, costituendo sempre la sede naturale ed il fulcro delle molteplici attività culturali della città”.
Il valore culturale del teatro è dovuto anche alla sua “elegante struttura settecentesca”, si legge ancora nella relazione, e per questo motivo è stato peraltro più volte scelto come set cinematografico. “Non si possono non citare infatti pellicole”, viene sottolineato nella relazione, “che, a partire dall’immediato dopoguerra, hanno fissato le immagini del Teatro Sociale di Amelia in celeberrimi film come Pinocchio di Luigi Comencini o Il Marchese del Grillo di Mario Monicelli e, in epoche più recenti, L’ultimo Pulcinella di Maurizio Scaparro e In arte Nino di Luca Manfredi”. In base al vincolo d’interesse culturale, non potrà essere modificata la destinazione d’uso del teatro.
Soddisfatta la sindaca di Amelia, Laura Pernazza: “Ringrazio il ministro Franceschini che raccogliendo il nostro appello ha esercitato il diritto di prelazione sulla vendita all’asta del Teatro Sociale”, ha dichiarato. “Attendiamo fiduciosi gli sviluppi della vicenda che necessita ancora di ulteriori passaggi”.
Nella foto: il Teatro Sociale di Amelia
Il Ministero della Cultura acquisisce il Teatro Sociale di Amelia |