A Milano verranno impiegati volontari nei musei civici: parte la protesta


Il Comune di Milano ha pubblicato un bando con cui cerca volontari da impiegare in alcuni dei musei civici. E subito scatta la protesta dei professionisti della cultura. 

Il Comune di Milano ha pubblicato lo scorso 10 marzo un bando rivolto alle organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale che verranno impiegate in “attività di facilitazione alla fruizione del patrimonio culturale di alcuni istituti del Comune di Milano”. Nello specifico, si legge nel bando, “i volontari saranno invitati a facilitare i processi di conoscenza dei siti culturali comunicando le principali informazioni ai visitatori per stimolare la curiosità e migliorare la fruizione del patrimonio”. I musei in cui opereranno saranno il Museo Francesco Messina, l’Antiquarium Alda Levi-Parco dell’Anfiteatro Romano, la Casa Museo Boschi Di Stefano, la Scuola di Ceramica Marieda Di Stefano, la Cripta di San Giovanni in Conca, la Collezione Grassi-Vismara e i depositi del Mudec.

Sulla bilancia, il Comune mette risorse per 236mila euro, spalmate su tre anni (tale è infatti la durata della convenzione), che serviranno per i rimborsi spese: i rimborsi sono contemplati per le spese di personale dipendente o di incarichi professionali ma solo per l’attività di formazione dei volontari, per le spese vive sostenute dai volontari o dai dipendenti (per esempio carburante, mezzi di trasporto e così via), polizze assicurative, spese per attività di sicurezza, e un massimo del 10% del totale delle spese per acquisto e noleggio di attrezzature e strumentazioni, nonché del totale delle spese imputabili alle attività (cancellaria, utenze, spese di segreteria e via dicendo).

La diffusione del bando sui social ha generato una grossa reazione di protesta da parte dei professionisti della cultura, al quale la contestualizzazione fornita del Comune non ha fornito, secondo i lavoratori, una risposta accettabile, soprattutto visto l’attuale contesto di gravissima crisi per le lavoratrici ed i lavoratori del settore. Di conseguenza le associazioni che tutelano il lavoro culturale si sono mosse: il movimento Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali in particolare ha inviato una lettera all’assessore alla cultura del Comune di Milano, Filippo del Corno, e ha fatto partire una petizione onlineper il ritiro del bando rivolto ad associazioni di volontariato per l’affidamento di attività di tutela e valorizzazione dei beni culturali milanesi.

“Se l’affidamento a volontari di attività importanti e cruciali quali la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale era inaccettabile in un’era pre-Covid”, spiega l’associazione, “diventa assolutamente scandalosa in questo momento, quando lavoratori e lavoratrici del settore sono rimasti a casa per un anno, sopravvivendo con misere casse integrazioni o ristori, arrivati sempre troppo tardi (quando sono arrivati). Come può un lavoro svolto da volontari, personale non retribuito e non qualificato, aiutare concretamente, sul lungo periodo, la ripartenza dei luoghi della cultura milanesi? Soprattutto quando quando il Comune è disposto a mettere in campo 263 mila euro”.

“Come professioniste e professionisti dei beni culturali, come cittadine e cittadini milanesi”, continua l’associazione, “chiediamo che il bando venga ritirato, perché non possiamo e non vogliamo che il nostro lavoro venga continuamente svilito e declassato, ma non solo: chiediamo un cambio di rotta da parte dell’Assessorato alla Cultura a sostegno del lavoro qualificato e correttamente retribuito nonché supporto alle professioni del settore in questo delicato periodo storico. Cambio di rotta che passa dalla regolamentazione del volontariato, strumento utile solo se utilizzato sapientemente e non come espediente per rimpiazzare personale mancante. Chiediamo alle direttrici e ai direttori dei luoghi della cultura interessati al bando, ma non solo, di sostenere il ritiro dell’avviso pubblico in modo da porre un freno alla piaga del lavoro gratuito mascherato da volontariato. Chiediamo a tutte le professioniste e i lavoratori di supportare tale richiesta per il bene del patrimonio culturale e del lavoro stesso e per questo abbiamo bisogno del contributo di tutte e tutti”.

Nella foto: l’Antiquarium Levi di Milano. Ph. Credit

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