Milano si arricchisce del Girasole gigante, il fiore di Mauro Seresini per l'Ucraina


A Milano, un’imponente scultura di Mauro Seresini celebra la resistenza ucraina e ricorda la devastazione del conflitto. L’iniziativa mira a mantenere alta l’attenzione sul dramma che continua a colpire milioni di persone.

In un contesto drammatico, un’imponente scultura di tre metri alta ha fatto il suo ingresso nella Biblioteca degli Alberi di Milano, dove la guerra in Ucraina sembra materializzarsi attraverso un simbolo che evoca sia la speranza che la sofferenza. (Un)forgotten Ukraine - A symbol of hope, a reminder of loss è l’opera dell’artista Mauro Seresini, che si erge come un potente monito e un richiamo alla memoria collettiva, per non dimenticare un conflitto che, a tre anni dal suo scoppio, continua a mietere vittime e distruggere intere generazioni. Il girasole, emblematico simbolo dell’Ucraina, è un richiamo ad una ferita ancora aperta che ogni giorno si allarga con nuove tragedie. L’opera, sostenuta dalla Rappresentanza della Commissione europea per il Nord Italia e dall’Ufficio del Parlamento europeo a Milano, con la collaborazione di Fondazione CESVI, Factanza Media e Mirror, ha come obiettivo principale quello di non permettere che l’Ucraina venga dimenticata mentre lotta per la sua libertà e la sua integrità territoriale. La scultura si inserisce in una serie di iniziative che vogliono mantenere alta l’attenzione internazionale sul dramma umanitario in corso, mentre la comunità europea si impegna con risorse straordinarie per sostenere la popolazione ucraina nel lungo percorso verso la pace.

A più di tre anni dall’invasione russa, il numero delle vittime civili non è mai stato così alto: oltre 40.000 tra morti e feriti, e circa 10 milioni di persone costrette a lasciare le proprie case. In queste condizioni, oltre 12 milioni di ucraini necessitano ancora di assistenza umanitaria urgente. Un dato allarmante, che trova una risposta concreta nell’azione continua della Commissione Europea, che ha fornito oltre 135 miliardi di euro in aiuti. L’UE ha messo in atto misure che spaziano dal sostegno all’energia e alla sicurezza, alla ricostruzione delle infrastrutture distrutte dalla guerra, fino ad arrivare all’accoglienza di milioni di rifugiati. L’iniziativa di Milano è una testimonianza di quanto la comunità internazionale debba fare di più per non lasciare che il conflitto cada nell’oblio. La cerimonia di inaugurazione, che ha visto la partecipazione di numerosi esponenti istituzionali, tra cui Giuseppe Sala, Sindaco di Milano, e Claudia Colla, ha sottolineato l’importanza di mantenere alta l’attenzione mediatica e politica sul conflitto. Durante l’evento, sono intervenuti anche Giorgio Gori, MEP, e Andrii Kartysh, Console Generale d’Ucraina, che hanno ribadito come il girasole in metallo sia una dichiarazione di solidarietà. Raffaele Cattaneo, Sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia con delega alle relazioni internazionali ed europee e la scrittrice ucraina Yaryna Grusha che ha letto un brano di Viktoriya Amelina, una delle vittime del conflitto, uccisa nel 2023 a Kramatorsk.

Nel frattempo, la guerra non risparmia nessun aspetto della vita civile. Oltre alle perdite umane, le infrastrutture sono devastate: scuole, ospedali, case. Circa 2 milioni di abitazioni sono state distrutte, e migliaia di strutture pubbliche non esistono più. Un dramma che si riflette anche nell’emergenza psicologica che affligge il Paese. Più di 1,5 milioni di bambini sono a rischio di disturbi psicologici, e milioni di adulti convivono con il trauma del conflitto. La psicologia della guerra è una dimensione invisibile ma fondamentale, che rende la ricostruzione ancora più ardua. L’opera di Seresini si inserisce dunque in un quadro complesso, dove l’arte diventa strumento di memoria e testimonianza, ma anche di speranza. Il girasole, simbolo universale di luce e vita, diventa un segno che invoca un futuro in cui la sofferenza dell’Ucraina possa essere finalmente superata. Il progetto mira quindi a sensibilizzare non solo sui numeri e sulle sofferenze, ma anche sull’urgenza di una risposta globale.

Mauro Seresini, (Un)forgotten Ukraine
Mauro Seresini, (Un)forgotten Ukraine
Mauro Seresini, (Un)forgotten Ukraine
Mauro Seresini, (Un)forgotten Ukraine

“L’Unione europea resterà al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario. Nessuno vuole la pace più del popolo ucraino e non si può decidere dell’Ucraina senza l’Ucraina, se si vuole una pace che sia giusta e duratura”, ha ribadito Claudia Colla, Capo Rappresentanza della Commissione europea per il Nord Italia, parafrasando la Presidente Ursula von der Leyen. “Per questo l’Unione europea continuerà a fornire solidarietà e sostegno all’Ucraina e al suo popolo. La Commissione europea ha fortemente voluto questo progetto locale ma di respiro internazionale: con il girasole, simbolo del popolo ucraino, vogliamo rendere omaggio alla resistenza e alla speranza di tutte le ucraine e gli ucraini. L’Unione europea è collettivamente il maggiore donatore di aiuti al mondo e dall’inizio del conflitto la Commissione europea ha stanziato ingenti aiuti umanitari, fornendo assistenza essenziale, tra cui cibo, acqua potabile, alloggi di emergenza e supporto sanitario al popolo ucraino. Il girasole ci parla di come il supporto passi anche dai piccoli gesti di chi visiterà questa installazione e ci ricorda che è attraverso il nostro impegno che possiamo continuare a sperare in una pace giusta e duratura. L’Ucraina è una nazione sovrana e democratica che ha deciso liberamente di entrare a far parte della nostra famiglia europea”.

“Come già affermato fin dagli albori del conflitto”, ha dichiarato Maurizio Molinari, Capo dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano, “la posizione del Parlamento europeo è chiara: condanna della brutale aggressione russa e sostegno al popolo ucraino. Con questa installazione, vogliamo celebrare la resilienza e la speranza della comunità ucraina che, sin dallo scoppio delle ostilità, continua a richiamare i valori di libertà e democrazia. Ci auguriamo che questo sia l’ultimo anniversario dell’invasione da dover ricordare e che qualsiasi negoziato verso una pace giusta avvenga tenendo conto dell’interesse e con il pieno coinvolgimento dell’Ucraina. Come dice la Presidente Roberta Metsola: ’Niente sull’Ucraina, senza l’Ucraina’”.

“Sin dalle primissime fasi dell’emergenza in Ucraina CESVI si è attivata per sostenere la popolazione sfollata”, ha spiegato Gloria Zavatta, Presidente di CESVI, “dapprima attraverso interventi di accoglienza e protezione nei Paesi confinanti (Ungheria, Romania, Polonia) con l’allestimento di tende per garantire riparo e rifugio, e contestualmente con la distribuzione di prodotti essenziali (coperte, materassi, cibo, latte in polvere, ecc) all’interno del Paese. Ad aprile 2022 CESVI è la prima organizzazione umanitaria italiana a entrare a Bucha dopo la devastazione russa. Qui è intervenuta con la ricostruzione delle infrastrutture educative, tra cui l’asilo “Arcobaleno”, che ora accoglie 700 bambini, supportando altre cinque strutture scolastiche; in 3 di queste ha aiutato anche la costruzione di rifugi anti-bomba. Nell’inverno 2023, CESVI ha allestito 39 strutture sicure e riscaldate, in grado di fornire rifugio e conforto a migliaia di persone. Ha inoltre istituito un Centro di Supporto Psicologico nella città e nella Regione di Kyiv ha anche fornito arredi e attrezzature al Centro Regionale di Salute Mentale a Vorzel. In questo momento, oltre agli interventi di carattere psicosociale, CESVI sta operando negli Oblast di Kharkiv e Donetsk per poter garantire assistenza sanitaria a circa 9.000 persone. Sono in corso interventi di formazione - 720 sessioni formative per 14.400 persone - e sensibilizzazione sul tema della rimozione delle mine sparse in vasti tratti di territorio, soprattutto nelle regioni orientali del Paese. Mentre questa guerra prosegue ormai da tre anni, l’attenzione dell’opinione pubblica sta scemando sempre di più. Con questa iniziativa vogliamo sensibilizzare il nostro Paese su una grave crisi umanitaria in atto non lontano da noi e riaccendere un faro sugli enormi bisogni della popolazione stremata sia fisicamente che psicologicamente”.

“Avendo il privilegio di poter parlare a un vasto pubblico in modo chiaro ed accessibile”, sostiene Bianca Arrighini, CEO e Co-founder di Factanza Media, “abbiamo abbracciato e preso parte attiva a questa iniziativa con l’obiettivo di contribuire a tenere accesi i riflettori sulla crisi umanitaria in Ucraina, dando voce a chi rischia di essere dimenticato. Il girasole è emblema di forza ed è anche simbolo dell’Ucraina: rappresenta la resilienza di un popolo e il bisogno di non distogliere lo sguardo dalle sue sofferenze e difficoltà. Attraverso il nostro impegno quotidiano nella creazione di nuove modalità di informazione e di coinvolgimento delle nuove generazioni, vogliamo, quindi, stimolare una riflessione collettiva e un’azione concreta di solidarietà soprattutto tra i più giovani”.

“Poter rappresentare con la mia arte un simbolo così potente per dare voce alla sofferenza di un popolo”, dichiara l’artista Mauro Seresini, “ma allo stesso tempo alla sua capacità di resilienza, è per me un onore. Sono un artista della carta, ma in questa occasione speciale il mio girasole sarà di metallo per trasmettere da un lato la forza del materiale, ma dall’altro la malleabilità dello stesso, che si piega e si trasforma senza però spezzarsi, come l’Ucraina, che nonostante il dramma vissuto, è ancora in piedi, fiera e tenace”.


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