La Grecia torna sulla questione dei marmi Elgin, le sculture e le decorazioni del Partenone che, nel XIX secolo, furono staccate dal grande tempio per volere di Thomas Bruce, conte di Elgin, che con l’approvazione dell’Impero Ottomano (dal quale la Grecia all’epoca dipendeva) le trasferì a Londra, dove si possono tuttora vedere, nelle sale del British Museum. Fin da quando la Grecia ha ottenuto l’indipendenza dai turchi, nel 1832, non ha mai smesso di chiedere ai britannici la restituzione dei marmi, dal momento che li ritiene sottratti illecitamente (il Regno Unito, al contrario, è di parere opposto, poiché considera lo spostamento come conseguenza di un legale contratto tra britannici e Impero Ottomano). E ora i mai sopiti attriti tra Grecia e Regno Unito tornano alla ribalta dopo la Brexit, che secondo i greci potrebbe favorire il ritorno delle opere ad Atene.
Gli ultimi aggiornamenti, risalenti a quest’autunno, avevano visto la Grecia chiedere i marmi in prestito, ma Londra aveva risposto affermando che avrebbe concesso le opere solo se i greci avessero formalmente riconosciuto la proprietà britannica. L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, ufficialmente sancita lo scorso 31 gennaio, potrebbe però cambiare le prospettive. Lo sostiene il ministro della cultura della Grecia, Lina Mendoni: “la mentalità è cambiata”, ha dichiarato all’agenzia Reuters, “e poi c’è il fatto che il Regno Unito si è allontanato dalla famiglia europea, e che sono passati duecento anni dalla rivoluzione greca. Penso dunque che ci siano le condizioni giuste per un ritorno permanente”.
Per il 2021 la Grecia ha in programma diverse celebrazioni per ricordare il duecentesimo anniversario dello scoppio della Guerra d’Indipendenza, che fu combattuta fino al 1832. E da tempo si pensa ai marmi del Partenone come protagonisti di un evento: se dunque, con il Regno Unito parte dell’Unione Europea, non si poteva immaginare molto più che una mostra con i marmi in prestito, adesso i greci sognano il ritorno in pianta stabile delle loro opere. In precedenza, Lina Mendoni aveva anche dichiarato che “mentre il Regno Unito si allontana dall’Europa e dalle idee che l’Europa incarna, la Grecia, che si sta risollevando dalla crisi, negli anni a venire avrà l’opportunità di attirare attenzioni e interesse da parte di un pubblico internazionale”. Il British Museum è però un osso duro: ha già fatto sapere che i marmi del Partenone “sono sculture che fanno parte del patrimonio condiviso di ognuno, e trascendono i confini culturali”.
Dalla parte della Grecia si schiera però a sorpresa il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, intervenuto sulla questione oggi, a margine della presentazione dei risultati del 2019 del museo fiorentino. “Sarebbe un bel gesto”, ha dichiarato Schmidt, “se tutti i paesi europei si mostrassero solidali con la Grecia, e per la Brexit, alla Gran Bretagna, invece che miliardi di sterline chiedessero indietro i marmi del Partenone”.
Nella foto: le sculture del frontone del Partenone, lato est, conservate al British Museum. Ph. Credit Andrew Dunn
Marmi Elgin: secondo la Grecia, la Brexit favorirà la restituzione. E c'è anche l'endorsement di Eike Schmidt |