Marmi del Partenone, Grecia e British Museum vicini a un accordo


La Grecia e il British Museum sono vicini a un accordo per la restituzione dei marmi del Partenone: individuata una plausibile formula giuridica per non scontentare nessuno. 

Grecia e Regno Unito sarebbero vicini a un accordo per il ricongiungimento dei marmi del Partenone (qui tutta la loro storia. Lo riferisce il quotidiano greco Kathimerini, in un articolo pubblicato ieri, firmato dal giornalista Kostis Papadiochos. Secondo il giornale, Atene e il British Museum dovranno percorrere una distanza che sarà breve, ma al contempo sarà anche la più critica per raggiungere l’obiettivo di riunire le sculture del Partenone entro il 2025, perché non si parla di prestiti temporanei, ma di un rientro permanente. Stando a quanto si apprende da Kathimerini, sono emerse convergenze tra le due parti – ma al momento nessun accordo – su aspetti importanti della formula finale da adottare. La prima è che le sculture restituite dal British Museum non lasceranno mai il Museo dell’Acropoli, nonostante ciò probabilmente non sarà “direttamente” ed “espressamente” riportato nell’accordo, e i greci saranno tenuti tuttavia a inviarle a Londra per mostre periodiche pluriennali a Londra. La seconda è che Atene non otterrà tutti i marmi portati a Londra da Lord Elgin, ma solo quelli che ripristineranno l’unità narrativa del fregio e del frontone. Dunque, altri marmi che non hanno la stessa rilevanza, per esempio la Cariatide rimossa dall’Eretteo, rimarranno al British Museum.

Marmi del Partenone, la parte meridionale del frontone est al British Museum. Foto di Brian Jeffery Beggerly
Marmi del Partenone, la parte meridionale del frontone est al British Museum. Foto di Brian Jeffery Beggerly

Come ha notato il giornalista Sakis Ioannidis, ciò che manca alla decorazione del Partenone di Atene e che invece si conserva a Londra costituisce circa il 50% dei marmi: ci sono per esempio 16 metope (intere e frammentarie) raffiguranti la battaglia tra Centauri e Lapiti, la nascita di Atena e la battaglia tra Atena e Poseidone, mentre dal fregio raffigurante il Corteo Panatenaico – circa 75 metri su un totale di 160 – mancano 56 frammenti.

Ancora, è sul tavolo una formula giuridica ibrida affinché le due parti non superino le loro “linee rosse”: il British Museum vuole aggirare il termine “alienazione permanente” che è in contrasto con la legge britannica del 1963, che vieta espressamente, appunto, l’alienazione permanente di opere che fanno parte della sua raccolta. Atene rifiuta invece la logica del “prendere in prestito” i marmi. La messa a punto del quadro giuridico che disciplinerà l’accordo dovrà avere basi particolarmente solide, dato che, secondo Kathimerini, potrebbe esserci una raffica di ricorsi contro tale accordo nei tribunali britannici. Resta infine in sospeso la questione della logistica: cioè come, quando e in che modo verranno scambiati i reperti. È però scontato che, una volta risolti i “grandi” negoziati dietro le quinte, affrontare questi ultimi temi sarà un compito relativamente facile. “Considerando che sono in gioco il patrimonio culturale e la diplomazia internazionale”, scrive Papadiochos (anche se solo sulla versione inglese di Kathimerini), “le fasi finali di questo processo potrebbero avere implicazioni significative per i dibattiti sulla restituzione dei reperti a livello mondiale”.


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