Avrebbe potuto comportare esiti ben peggiori l’aggressione subita quest’oggi a Firenze, a Palazzo Strozzi, da Marina Abramović (Belgrado, 1944): l’artista, nel capoluogo toscano per la sua retrospettiva The Cleaner inaugurata venerdì, è stata infatti aggredita nel cortile di Palazzo Strozzi da un uomo, che l’ha colpita con una tela sulla testa. Si tratta di un artista cinquantunenne, che aveva con sé un ritratto di Abramović, e ha pensato di romperglielo sulla testa. Lei è uscita illesa dall’aggressione: subito dopo l’attacco si è recata nel bar di Palazzo Strozzi accompagnata dallo staff, mentre l’aggressore, immediatamente immobilizzato dai presenti, è stato fermato dalla polizia. Si tratta di Vaclav Pisvejc, non nuovo ad atti simili: a gennaio, per esempio, aveva imbrattato la scultura Big Clay di Urs Fischer esposta in piazza della Signoria.
Abramović ha deciso di non sporgere denuncia, ma ha voluto poi incontrare Pisvejc, che si è difeso sostenendo: “l’ho dovuto fare per la mia arte”. Abramović ha poi affermato che è la prima volta che le capita una cosa simile, e soprattutto che non è arte usare violenza sul prossimo. “Nel mio lavoro”, ha sottolineato Abramović, “io metto in scena diverse situazioni e metto a rischio la mia vita. Ma questa è una mia decisione e stabilisco io le condizioni”.
Marina Abramović ha anche raccontato nel dettaglio l’episodio: “Tra la folla c’era un uomo sulla quarantina che portava con sé un dipinto raffigurante il mio volto in modo distorto. Si è avvicinato guardandomi dritto negli occhi e io gli ho sorriso, pensando che fosse un regalo per me. In una frazione di secondo ho visto la sua espressione cambiare e diventare violenta, venendo verso di me molto velocemente e con grande forza. Sapete, i pericoli arrivano sempre molto rapidamente, come la morte stessa. E bisogna essere molto vigili per cogliere la sfida. Io non l’ho visto subito. Tutto ad un tratto mi ha sbattuto in testa violentemente il quadro, intrappolandomi dentro la cornice. Tutto è successo molto rapidamente. Poi le guardie lo hanno isolato e fermato e il direttore Arturo mi ha portato nel retro del bar nel cortile di Palazzo Strozzi per tranquillizzarmi. Ero sotto shock. Ma la prima cosa che ho chiesto è stata: voglio parlare con lui, voglio sapere perché l’ha fatto. Perché questo odio contro di me?”.
Inoltre, ha dichiarato l’artista, “Tutti sono rimasti molto sorpresi che volessi parlare a questa persona. Ma io sono così. Non fuggo mai dai problemi. Li affronto. Quindi lo hanno portato da me e gli ho chiesto: «Perché l’hai fatto? Qual è il motivo? Perché questa violenza?» Non gli avevo fatto niente. Non l’avevo mai incontrato prima. Lui ha detto: «L’ho dovuto fare per la mia arte». Questa è stata la sua risposta. Per me è difficile capire ed elaborare la violenza. È la prima volta che mi succede una cosa del genere. E ancora non riesco a capire. Con la violenza sugli altri non si fa arte. Anche io sono stata una giovane artista non famosa ma non ho mai fatto del male a nessuno. Nel mio lavoro io metto in scena diverse situazioni e metto a rischio la mia vita. Ma questa è una mia decisione e stabilisco io le condizioni. Dopo tutto quello che è successo sono tornata in albergo. Ho fatto una doccia, mi sono cambiata la camicia e sono uscita di nuovo. In passato mi sarei arrabbiata per un fatto del genere, oggi invece provo compassione. La cosa più difficile è perdonare ma bisogna riuscire a farlo come dice il Dalai Lama”.
All’artista serba è arrivata la solidarietà del direttore di Palazzo Strozzi, Arturo Galansino, tra i primi a tranquillizzarla (era presente al momento dell’aggressione), e il sindaco di Firenze, Dario Nardella. Su YouTube e diversi altri siti è presente il video dell’aggressione.
Nell’immagine, il momento in cui Vaclav Pisvejc viene bloccato dai presenti.
Firenze, Marina Abramović aggredita da un artista: “l'ho fatto per la mia arte” |