Detrazioni al 100% per chi acquista opere d’arte, il credito d’imposta dell’Art Bonus anch’esso portato al 100%, e ancora detrazione totale per chi finanzia gli organizzatori di mostre, esoneri per i datori di lavoro che investono in arte e cultura, agevolazioni per le imprese di restauro, un fondo per i giovani artisti, un censimento dei depositi (ma anche consulenze gratuite da parte degli storici dell’arte agli enti locali): è questa la ricetta che il senatore Massimo Mallegni (Forza Italia) propone, in un disegno di legge di sua iniziativa, per favorire l’arte.
Il ddl, intitolato Disposizioni per la diffusione della cultura e dell’arte italiane e agevolazioni a favore delle imprese artistiche e artigianali, sarà a breve presentato in Parlamento e, come si legge nel testo, “intende non solo portare all’attenzione dell’Assemblea la promozione e la valorizzazione della cultura, dell’arte contemporanea e dell’artigianato, ma ha altresì lo scopo di difendere e valorizzare il settore manifatturiero del nostro Paese”. In Italia, sostiene Mallegni, “il settore culturale rappresenta un vero e proprio investimento perché può dare risultati ben superiori all’entità degli esborsi e recare beneficio al Paese nel suo complesso, non solo in termini di immagine, ma anche di specifici e concreti interessi economici. Lo straordinario patrimonio culturale e le potenzialità intellettuali che l’Italia può permettersi di proiettare nel mondo diventano uno strumento privilegiato di politica estera, non solo per il valore insostituibile dello scambio culturale come veicolo di contatto e di dialogo, ma anche, e soprattutto, per le ricadute di grande portata sul piano politico-economico”. Dunque, secondo il senatore, “oggi si impone la necessità che la cultura, l’arte e l’artigianato assumano sempre maggiore importanza nel dibattito politico: l’azione di promozione e la loro diffusione necessitano di un supporto strategico mirato”.
Le misure, per Mallegni, dovrebbero sostenere sia l’arte antica, sia quella contemporanea: “se per quanto riguarda l’arte del passato”, prosegue il testo, “è centrale la politica della salvaguardia e della fruibilità, per quella contemporanea la politica da privilegiare è quella fiscale. L’errore della legislazione fiscale nei confronti di tale settore risiede, infatti, nel considerare già culturalmente ed economicamente affermati quei soggetti che, al contrario, sono all’inizio della propria carriera artistica, inizio che si caratterizza per le difficoltà nel reperimento dei finanziamenti necessari a sviluppare le idee creative”. Da tali esigenze l’idea di un disegno di legge che debba “non solo rilanciare l’occupazione, ma anche promuovere e valorizzare quel patrimonio culturale ed economico che l’artigianato italiano rappresenta nel mondo. Per questo è importante pensare linee d’azione efficaci per la promozione dell’arte giovane, così da sfatare i vecchi stereotipi dei singoli paesi europei, e sviluppare un’immagine nuova e al passo con i tempi, per unire le diversità all’interno di un progetto di integrazione più ampio, grazie ad un’azione comune; infatti solamente con un’azione strutturale e mirata sarà possibile conseguire il risultato di introdurre la produzione artistica all’interno dei circuiti internazionali, focalizzando in maniera appropriata l’attenzione su di essa”.
Sono tredici gli articoli di cui il ddl Mallegni si compone. I primi tre intervengono sui limiti di spesa degli enti locali nell’ambito della cultura per consentire un più ampio raggio d’azione per le pubbliche amministrazioni interessate, mentre dal quarto in avanti si entra nello specifico: l’articolo 4 istituisce un “Fondo per la formazione di giovani artisti e artigiani, con una dotazione di 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2019, destinato all’erogazione di borse di studio, di durata da dodici a trentasei mesi, a giovani italiani di età inferiore ai trentacinque anni per lo svolgimento di studi o ricerche, presso istituti nazionali legalmente riconosciuti, previa presentazione del progetto di studio o di ricerca da parte del candidato”. L’articolo cinque porta il credito d’imposta dell’Art Bonus dall’attuale 65% al 100%, e l’articolo 6 istituisce detrazioni al 100% per chi acquista opere d’arte. Deducibilità al 100% anche all’articolo 7, in questo caso riservata a chi acquista oggetti d’arte e chi finanzia mostre. L’articolo 8 introduce agevolazioni per “promuovere l’occupazione di giovani artisti e artigiani”: si legge che “ai datori di lavoro che operano in arte, cultura, artigianato artistico, restauro e del design, che assumono lavoratori che non hanno compiuto il trentacinquesimo anno di età [...], è riconosciuto, per un periodo massimo di 6 anni, l’esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con inclusione dei premi e contributi dovuti all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro”. Stesso esonero anche per i lavoratori che convertono i contratti dei giovani lavoratori del settore in contratti a tempo indeterminato. E ancora, esenzione di otto anni dall’IRAP e dall’imposta sul reddito delle società per le imprese che assuomo giovani artisti sotto i 35 anni. Infine, deducibilità al 100% per le imprese che “investono in arte e cultura attraverso manifestazioni artistiche o mostre di opere d’arte”.
L’articolo 9 propone regimi fiscali agevolati per le imprese “che realizzano o concorrono in maniera essenziale a realizzare, manufatti in marmo, bronzo e metalli vari, mosaico, ceramica e di restauro, quelle addette alla lavorazione e alla trasformazione del settore lapideo che si svolge in cava o nei laboratori e segherie esterne alla cava, le fonderie e i laboratori artistici di ceramica e dei mosaici” e propone che lo Stato adotti “opportune iniziative per la preservazione delle cave di marmo e lo sviluppo e la diffusione delle attività artigianali, in collaborazione con le regioni e con gli enti locali interessati, nonché, eventualmente, in collegamento con analoghe iniziative attivate in sede di Unione europea”. L’articolo 10 istituisce un “Fondo per il sostegno, lo sviluppo e la salvaguardia delle imprese artigiane artistiche del marmo, del bronzo e della ceramica, del mosaico e del restauro con dotazione di 30 milioni di euro a decorrere dall’anno 2020”, mentre l’articolo 11 ripristina gli istituti d’arte sostituiti dai licei artistici dalla riforma Gelmini. In ultimo, l’articolo 12 istituisce dei “Centri studi residenziali” con lo scopo di formare giovani artisti e artigiani non residenti, e l’articolo 13 dispone che Regioni e Comuni effettuino, con cadenza annuale, “una mappatura e un censimento dei depositi dei musei per la catalogazione, la conservazione, il restauro dei beni culturali presenti a fini di studio e ricerca, trasmettendone copia agli uffici regionali competenti”, e impone che la consultazione degli oggetti non esposti vada comunque garantita. Per il censimento dei depositi, il ddl propone che gli enti interessati possano “avvalersi, a titolo gratuito, della consulenza di storici d’arte o figure professionalmente qualificate”. E ancora, per questo censimento, il ddl propone di dotare il MiBAC di un fondo di 30 milioni di euro a decorrere dall’anno 2020.
Nella foto, il senatore Massimo Mallegni.
Da Mallegni (FI) un disegno di legge per l'arte: detrazioni al 100% per chi compra opere e finanzia mostre, censimento dei depositi |