Tutte le manifestazioni e gli eventi previsti tra oggi e il 26 aprile all’interno degli Archivi di Stato italiani, o comunque in edifici e sale gestiti dalle sedi archivistiche statali, stanno venendo rinviati o annullati in queste ore. Accade a causa di una decisione del direttore generale archivi Antonio Tarasco che ha chiesto di rinviarli o annullarli “in segno di cordoglio per la morte di Sua Santità Papa Francesco”, come scritto nella missiva inviata questa mattina a tutti gli istituti italiani.
Si tratta di una decisione che di fatto estende, di molto, gli obblighi legati al lutto nazionale proclamato dal Consiglio dei Ministri del 22 aprile, che hanno previsto le bandiere a mezz’asta, minuti di silenzio, il differimento degli eventi sportivi previsti per sabato 26 aprile (giorno dei funerali del Papa) e l’invito “a svolgere tutte le manifestazioni pubbliche in modo sobrio e consono alla circostanza”.
Cadendo il lutto a cavallo del 25 aprile, 80esimo anniversario della Liberazione, la maggior parte degli eventi che saranno rinviati o cancellati avevano a che fare proprio con la resistenza e il 25 aprile, come peraltro rivendicato dalla stessa Direzione Generale archivi poche ore prima di inviare a tutti gli uffici la nota che chiede di annullare o rinviare gli eventi. Per questo la decisione - che appare autonoma, e non dovuta a una politica ministeriale - della dg Archivi potrebbe suscitare polemiche.
Tra i primi a comunicare il rinvio degli eventi l’Archivio di Stato di Ancona, costretto a rinviare l’evento Nonostante il pericolo: donne partigiane della Resistenza anconetana, previsto per oggi 23 aprile. E l’Archivio di Stato di Cosenza, che ha annullato l’inaugurazione della mostra Grido di libertà prevista per domani 24 aprile. Le mostre già aperte dovrebbero rimanere visitabili, ma sui social questi primi annullamenti comunicati stanno creando qualche malumore.
Non sembra in ogni caso trattarsi di una scelta motivata da ragioni politiche. “Queste iniziative sono l’esempio di come gli Archivi sappiano restituire la complessità della storia attraverso la voce viva e molteplice delle fonti. Stimolando una riflessione critica su come la memoria collettiva si costruisca anche a partire da documenti spesso poco noti o inesplorati. È in questo sforzo di ricerca e restituzione che gli Archivi riaffermano il proprio ruolo pubblico e culturale: non meri depositi del passato, ma luoghi vivi di conoscenza, coscienza e cittadinanza”, ha dichiarato il direttore generale archivi Antonio Tarasco, parlando delle iniziative pubbliche tenute negli Archivi di Stato per il 25 aprile. Che, però, non potranno tenersi, salvo un passo indietro della dg stessa.
L'autore di questo articolo: Leonardo Bison
Dottore di ricerca in archeologia all'Università di Bristol (Regno Unito), collabora con Il Fatto Quotidiano ed è attivista dell'associazione Mi Riconosci.