Il donatore è controverso, e il Louvre cancella il suo nome da tutte le pareti e dal sito web


Il Louvre ha cancellato il nome dei Sackler dalle pareti del museo e dal sito web: si tratta infatti di un donatore controverso.

Il Louvre di Parigi ha eliminato da tutte le sue pareti e dal sito web il nome di un donatore controverso: si tratta della famiglia Sackler, e il Louvre è il primo museo a cancellare ogni collegamento con i magnati dell’industria farmaceutica. I Sackler sono stati recentemente investiti da forti proteste negli Stati Uniti perché accusati di aver basato parte della loro fortuna sugli analgesici all’ossicodone, un oppioide che causerebbe dipendenza: in particolare, sotto accusa è finito un farmaco, l’Oxycontin, che a fine 2017 è stato oggetto di un’approfondita inchiesta del New Yorker, secondo la quale la campagna di lancio del medicinale sarebbe stata architettata con l’obiettivo di minimizzarne gli effetti collaterali. Non solo: ci sono studi medici secondo i quali diversi pazienti dipendenti da droghe pesanti avrebbero sviluppato la loro dipendenza cominciando con gli antidolorifici ricavati dagli oppiacei. Quest’anno, la procura dello stato di New York ha anche aperto un’inchiesta per chiarire il ruolo della Purdue Pharma (l’azienda farmaceutica di cui un ramo della famiglia Sackler è proprietario) nell’ambito della recente epidemia di farmaci a base di oppioidi che secondo le stime avrebbe causato negli Stati Uniti più di 200.000 morti per overdose legata alla prescrizione di oppioidi.

I Sackler sono però noti anche per la loro filantropia in ambito artistico, e sono diversi i musei che hanno sostenuto: non soltanto il Louvre, ma anche il MoMA di New York, il Guggenheim, lo Smithsonian, il British Museum, il Victoria and Albert Museum, oltre a diversi istituti universitari tra cui l’Università di Harvard, quelle di Oxford e Cambrige, il King’s College di Londra. Al Louvre, un’intera galleria, rinnovata nel 1996 e destinata ad accogliere la collezione di oggetti persiani e levantini, è intitolata alla famiglia Sackler: da ieri, tuttavia, le insegne che recano il nome dei Sackler sono state oscurate. A chiedere a gran voce questo provvedimento era stato, a inizio luglio, il collettivo americano PAIN (Pain Addiction Intervention Now), nel quale milita anche la celeberrima artista Nan Goldin, che si era spinto a organizzare una manifestazione di protesta di fronte al museo.

Tuttavia, il Louvre non ha collegato la rimozione del nome dei Sackler ai recenti fatti di cronaca che riguardano la Purdue Pharma: il direttore Jean-Luc Martinez ha motivato la cancellazione dei Sackler attribuendola alla policy del museo che prevede che un donatore possa fregiarsi dell’intitolazione di una sala per una durata massima di vent’anni. “La Fondazione Theresa e Mortimer Sackler”, si legge in un comunicato del Louvre, “ha supportato il rinnovamento delle sale dell’arte persiana e levantina tra il 1996 e il 1997. Da allora, non ci sono state altre donazioni dalla famiglia Sackler. Il 10 ottobre 2003, il consiglio direttivo del museo ha deciso di limitare a vent’anni il periodo d’intitolazione delle sale che portano un nome. Questa donazione ha più di vent’anni, per cui il periodo d’intitolazione si è legalmente concluso e queste sale non portano più il nome dei Sackler”. Però, se il Louvre avesse applicato in maniera inflessibile il suo regolamento interno, avrebbe dovuto cancellare il nome dei Sackler già nel 2016: il quotidiano Le Figaro ha dunque chiesto il perché di questa dimenticanza di tre anni, ma dal museo francese non è arrivata risposta.

Il collettivo PAIN, da parte sua, si dichiara soddisfatto per la decisione del Louvre, anche se non pienamente, dato il modo in cui il museo ha agito. “I musei”, ha fatto sapere Nan Goldin, “appartengono al pubblico e agli artisti, non ai donatori. Dovrebbero essere luoghi dove le persone possono istruirsi e sperimentare un’alta forma di educazione attraverso l’arte, e non luoghi dove entrano in contatto con denaro sporco”. Certo, per Goldin le donazioni sono essenziali per far funzionare i musei, ma “devono essere condotte con etica”. Quello sull’etica delle donazioni è un dibattito che sta prendendo sempre più campo in ambito museale: prova ne sono anche le critiche che in questi giorni stanno investendo il British Museum per il suo rapporto di collaborazione con la British Petroleum.

Nei mesi scorsi, altri importanti musei, come il Metropolitan Museum di New York, la National Portrait Gallery, la Tate Gallery e il Guggenheim di New York, hanno cominciato a rinunciare alle donazioni dei Sackler sommersi dalla polemica. Il Louvre è però il primo museo a rimuovere le tracce della loro attività benefica in favore dell’istituto. Per i collettivi e le associazioni che protestano contro l’azienda farmaceutica, si tratta di un esempio che sperano venga seguito da altri. 

Nella foto: la protesta del collettivo PAIN davanti al Louvre a inizio luglio.

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