Prende il via il restauro della Loggia di Galatea che interesserà le parti decorative, inserendosi nel complesso programma di conservazione coordinato dalla Commissione lincea di Villa Farnesina delle decorazioni cinquecentesche, secentesche e ottocentesche della Loggia. Questa prende il nome dalla ninfa dipinta da Raffaello, ma al suo interno sono presenti opere di Sebastiano del Piombo, come il Polifemo e le scene mitologiche nelle lunette, e di Baldassarre Peruzzi che ha rappresentato nella volta l’oroscopo di Agostino Chigi.
Il cantiere è finanziato dal MiBACT con lo stanziamento di 300mila euro attraverso il Fondo degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato per lo sviluppo del Paese e sarà condotto nel rispetto della rigorosa metodologia applicata dall’Istituto Centrale per il Restauro per scoprire nuovi elementi volti alla ricostruzione delle vicende storiche della Villa e per giungere a una più dettagliata conoscenza degli interventi decorativi.
Il termine dei lavori è previsto per il prossimo autunno e sono affidati a due squadre di restauratori: con la supervisione della Commissione Villa Farnesina e di Virginia Lapenta (Conservatore di Villa Farnesina), il restauro è coordinato dall’architetto dell’ICR Giorgio Sobrà, e si inserisce nell’attività didattica della Scuola di Alta Formazione e Studio dell’ICR, avvalendosi della docenza delle restauratrici Barbara Provinciali, Carla Giovannone e Maria Carolina Gaetani dell’Aquila d’Aragona con l’assistenza di Simona Nobili.
Alessandro Zuccari, socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei (che ha sede di rappresentanza a Villa Farnesina), ha dichiarato che sarà "un restauro critico. Cercherà di recuperare quanto più possibile dell’epoca di Chigi, soprattutto i colori, ma senza ignorare le sovrapposizioni arrivate nel tempo. E chissà quali sorprese potrà restituirci“. ”L’intervento nella Loggia di Galatea punta a consolidare e mettere in sicurezza tutti gli apparati decorativi più delicati“ ha aggiunto, ”per restituire il più possibile la veste originaria che Agostino Chigi volle dare a questo luogo di delizie, ozio e cultura, grazie al coinvolgimento di questi grandi artisti. Ricordiamoci che qui Agostino Chigi aveva raccolto un vero cenacolo di umanisti. Il restauro consentirà una migliore leggibilità dell’apparato decorativo, con un recupero dei colori originali delle partiture decorative".
Il direttore dell’ICR Luigi Ficacci ha concluso: “la Villa è ancora oggi ”modello di sintesi delle arti, che per la prima volta mette la natura dentro l’architettura, crea un’armonia con il paesaggio e le decorazioni pittoriche. È il simbolo della nuova Roma esemplare di papa Giulio II e Leone X".
Loggia di Galatea, al via il restauro delle parti decorative del capolavoro di Raffaello |