Il Ministero della Cultura si trova in una critica situazione di sottodimensionamento degli organici, ma ha in previsione un importante piano di assunzioni con l’obiettivo di rimpinguare in maniera considerevole le sue forze per il 2024. È quanto emerso da una riunione tra i sindacati confederali (FP CGIL, CISL FP e UIL PA) e l’amministrazione nell’ambito dei tavoli confronto previsti dallo stesso ministero. L’attuale dotazione organica di diritto del Ministero della Cultura, rilevata al 31 dicembre 2021, è di 18.854 unità di personale non dirigenziale (323 di Area I, 12.944 di Area II e 5.587 di Area III), e 219 unità di personale dirigenziale (192 dirigenti di II fascia e n. 27 dirigenti di I fascia), per un complessivo di 19.073 lavoratori. Le lacune in organico ammontano però a un totale di 8.321 unità: 2.462 per la III area, 5.745 per la II area e 80 per la I area; 34 per i dirigenti di II fascia. Un ammanco che rappresenta il 44% della forza organica che il MiC dovrebbe avere.
A fronte di questa scopertura organica, definita “drammatica” dai sindacati, il Ministero della Cultura ha messo in campo un piano di assunzioni, compreso quanto già contrattualizzato nel 2022, che prevede 3.200 unità circa delle aree per il 2022, 2.942 unità delle aree per il 2023 e 240 unità per il 2024, anche attraverso lo scorrimento di graduatorie in corso (quelle del concorso per i 1.052 assistenti alla fruizione, vigilanza e accoglienza – AFAV, e quella per i 300 amministrativi, oltre che per il concorso RIPAM per i 434 assistenti amministrativi ed informatici). Le risorse disponibili prevedono pertanto scorrimenti per concorsi per 800 unità in Area III e circa 1722 per Area II.
È stato confermato che a breve verrà indetto un bando di concorso per 270 archivisti e 250 altri profili (Archeologo, Architetto, Bibliotecario, Demoetnoantropogo, Paleontologo, Restauratore, Storico dell’arte). Anche questo concorso potrà dare luogo agli scorrimenti di cui sopra. Nella programmazione 2023 sono inoltre previsti bandi per 200 assistenti di seconda area e 100 funzionari di terza per i profili non considerati nella programmazione 2021 (assistenti tecnici e funzionari scientifici)
Dalla riunione è inoltre emerso che ci sono state 151 rinunce per gli AFAV: pertanto nelle prossimi settimane il MiC procederà allo scorrimento ed insieme alla convocazione degli ulteriori 400 idonei in graduatoria e già autorizzate.L’amministrazione ha poi confermato di voler avviare “procedure comparative interne volte a valorizzare le competenze e l’esperienza professionale acquisita dal personale interno mediante le cd. progressioni d’area”, sia in ottemperanza del DL. 80/2021 che soprattutto del nuovo CCNL sottoscritto a maggio scorso. Secondo i sindacati, tuttavia, non è ben chiara la formula, ovvero se è solo la previsione della riserva dei posti oppure si fa riferimento alla procedura di cui al CCNL o entrambe le previsioni.
È stata inoltre confermata l’intenzione di procedere alla individuazione dei percorsi di stabilizzazione dei contratti flessibili in applicazione della legge Madia. Il Ministero ha precisato che non ci sarà nessuna stabilizzazione degli incarichi dirigenziali conferiti ex art. 19, co. 6 TUPI, come erroneamente segnalato da altri.
Il piano messo in campo dal Ministero vuole essere un punto di partenza per costruire un percorso orientato al progressivo riempimento della dotazione organica del MiC, tema questo che di certo sarà oggetto di confronto con il nuovo vertice politico.
In merito al decreto di dotazione organica di Ministero, i sindacati fanno sapere di aver ricevuto la seconda (e probabilmente definitiva) bozza del provvedimento, che, secondo quanto riferito dall’amministrazione, dovrebbe aver tenuto conto sia delle proposte avanzate dalle Organizzazioni Sindacali che quelle elaborate dagli uffici centrali e periferici del MIC. “Non siamo ancora in grado, in quanto abbiamo ricevuto solo ieri la documentazione”, fanno sapere le sigle, “di verificare puntualmente se siano state recepite in molta parte le richieste di rettifica che abbiamo trasmesso oppure no, ma in assoluto ci conforta il fatto che tale atto abbia valore temporaneo in quanto saremo chiamati nelle prossime settimane a dare attuazione alle previsioni del CNNL sull’ordinamento professionale (che, come tutti sanno, prevede quattro aree di classificazione; delle quali una è tutta da costruire) oltre che della variabile del nuovo vertice politico. Rimane la perplessità rispetto ad alcune scelte quali ad esempio l’implementazione dell’organico di diritto del personale di vigilanza (circa 560 unità) a discapito delle figure tecniche ed amministrative dell’area II”.
Nella foto: il Collegio Romano, sede del Ministero della Cultura. Foto di Finestre sull’Arte
Lacune nell'organico del Ministero: manca il 44% del personale. Previsto però piano assunzioni |