La versione di Maria Rosaria Boccia. “Penso che il ministro sia sotto ricatto”


Per la prima volta, Maria Rosaria Boccia si concede ai giornalisti e rilascia un’intervista in cui afferma di aver avuto accesso a informazioni a suo dire riservate, come il percorso dei ministri al G7, e di ritenere che il ministro sia sotto ricatto.

Per la prima volta, Maria Rosaria Boccia, l’imprenditrice al centro del caso, politico e mediatico, che coinvolge il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, si concede ai giornali, e rilascia un’intervista al quotidiano La Stampa. Boccia, sorridente, risponde in maniera laconica ma precisa alle domande di Federico Monga.

Intanto, quando lei e il ministro si sono conosciuti: nel 2023, secondo Boccia. “Ci siamo conosciuti il 5 agosto, come possono testimoniare le foto pubblicate sui miei profili social, alla presentazione della Candidatura della Cucina Italiana al Patrimonio dell’Unesco”. Sul perché poi la nomina non sia stata ratificata, “io ho letto che è stata firmata sia da me che dal ministro come si può ascoltare dall’audio, sul perché non è andata a buon fine penso che questa spiegazione la debba dare l’istituzione e non io”, dice Boccia. A quale titolo invece, negli ultimi mesi, Boccia accompagnava spesso il ministro Sangiuliano nelle trasferte? “Consigliera grandi eventi”, risponde Boccia. “Inizialmente è stata una proposta, quindi ho seguito il ministro per conoscere la realtà del Ministero, poi dagli inizi di luglio è stata istruita la pratica per diventare consigliera”.

Su chi pagasse per i suoi viaggi, l’imprenditrice risponde: “Io ho sempre saputo che pagava il Ministero come possono sottolineare ed evidenziare le mail che ho ricevuto dal capo segreteria che organizzava sempre tutti i viaggi”. E ancora, quanto alla missione del 3 giugno a Pompei, Boccia afferma: “Abbiamo fatto un sopralluogo per il G7, e il ministro ha approfittato per verificare alcuni scavi”. Monga le domande poi se nelle comunicazioni a cui ha avuto accesso ci fossero informazioni riservate: “Certamente”, risponde Boccia. Il pensiero va alla famosa mail del direttore Gabriel Zuchtriegel. “La mail è stata pubblicata da Dagospia e non da me”, precisa Boccia. “Il direttore del Parco l’ha inviata sotto espressa comunicazione del ministro, infatti il direttore penso che non abbia frainteso proprio nulla: c’erano tanti testimoni e il ministro è stato molto chiaro a sottolineare che doveva recapitare anche a me l’email. C’erano i due percorsi, l’alternativa dei due percorsi che gli altri ministri che partecipano al G7 avrebbero dovuto fare, e tutte le informazioni relative all’organizzazione”.

Boccia sostiene inoltre che dovrebbe essere il ministro a chiarire se la loro fosse una reazione sentimentale, e afferma anche di aver utilizzato l’auto di tutela di Sangiuliano, benché sempre assieme al ministro. Infine, alla domanda sull’eventualità che il ministro della cultura sia ricattabile, Boccia risponde: “Io penso di sì”. E si riferisce “ad alcune persone che ricattano il ministro per delle agevolazioni che hanno avuto”, senza però aggiungere altro. Domani, sul quotidiano torinese, uscirà una versione estesa dell’intervista.

La versione di Maria Rosaria Boccia. “Penso che il ministro sia sotto ricatto”
La versione di Maria Rosaria Boccia. “Penso che il ministro sia sotto ricatto”


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