È riapparso in pubblico, dopo quasi due anni, il celebre attore Kevin Spacey, vincitore di due premi Oscar, che sul finire del 2017 è stato travolto dallo scandalo molestie (alcune delle accuse al momento sono decadute, altri accusatori le hanno ritirate, e l’attore si è sempre dichiarato innocente). L’apparizione pubblica di Spacey si è tenuta a Roma, al Museo Nazionale Romano, dove il popolare attore di Hollywood ha letto alcune poesie dello scrittore Gabriele Tinti ispirate al Pugilatore a riposo, importante scultura antica vicino alla quale Spacey ha letto le liriche di Tinti.
La collaborazione è frutto della passione per le immagini di Tinti che ha composto una serie di poesie ispirandosi alla statuaria antica come Il pugile a riposo, Il Galata suicida, il Giovane vittorioso (Atleta di Fano), il Fauno Barberini, Il Discobolo, l’Ercole Farnese e molti altri ancora, collaborando, negli anni, con alcuni attori, tra i quali Joe Mantegna, Robert Davi, Burt Young, Franco Nero, Marton Csokas e alcuni importanti musei come il Metropolitan Museum di New York, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, il British Museum di Londra, il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo e di Palazzo Altemps, la Gliptoteca di Monaco, i Musei Capitolini, il Museo dell’Ara Pacis e il Museo Archeologico di Napoli.
“Ho contattato Kevin Spacey”, ha dichiarato Tinti, “facendo parlare il mio lavoro, presentandogli il progetto. Ha subito apprezzato il coraggio e la particolarità della mia proposta. L’idea di dare voce alla statuaria antica, di donare nuova vita alle spoglie, ai frammenti, a quel che resta del nostro passato, ha incontrato la sua sensibilità e profonda passione per l’arte. La sua generosità e disponibilità nel voler far accadere la lettura ha reso tutto il resto semplice. Ha messo nella collaborazione una intensità di partecipazione da me inaspettata, a testimonianza del grande artista che è. Non c’è dubbio infatti che egli sia uno dei più grandi attori viventi. Per me è stato un onore abbia accettato di leggere i miei versi; essere riuscito ad affidarli proprio a lui e poterli così sentire risuonare nella sua voce è stato un privilegio”.
Sull’opera ispirata al Pugliatore, Tinti ha dichiarato: “non ho potuto far altro che cantare tutta la fragilità, la solitudine, il peso d’una vita drammatica. Rappresentato dall’artista nell’atto di volgere il capo nel mentre qualcosa di speciale sta accadendo (Kairós), il pugile è seduto, fortemente segnato da ferite profonde e da un copioso sanguinamento su tutto il lato destro del corpo. Non sappiamo con certezza che cosa significhi quel volgersi del capo: è forse l’ascolto del verdetto del giudice? O una nuova chiamata al combattimento? È uno sguardo alla folla incitante? O forse una muta interrogazione a Zeus alla ricerca di una qualche risposta? Le numerose controversie scaturite nel tentativo di spiegare quel gesto ha fondato tutto il mistero e la poesia, tutta la seduzione, dell’opera”.
L’apparizione di Spacey è stata una sorpresa: arrivato ieri pomeriggio, verso le 18:30, a Palazzo Massimo alle Terme (una delle sedi del Museo Nazionale Romano), ha stupito gli astanti in quanto la sua presenza non era stata annunciata. Tanto più che l’attore veniva da un lungo periodo di allontanamento dalle scene. La performance, della durata di una ventina di minuti, segna dunque la volontà, da parte dell’attore, di tornare allo scoperto e di tornare a recitare davanti al pubblico.
Nella foto, un momento della performance (ph. Credit Manuela De Leonardis)
Dopo due anni, Kevin Spacey riappare in pubblico a Roma. E lo fa di fianco al Pugilatore |