Ha sollevato molte polemiche a Jesi (e non solo) l’intervento su di un capannone sulla cui facciata si trova un noto murale di Blu, uno dei più noti street artist della scena internazionale, con interventi in diversi paesi in tre continenti. L’opera dell’artista, nato negli anni Ottanta a Senigallia, era stata realizzata nel 2011 sull’edificio di proprietà comunale di via Politi che, all’epoca, era diventato sede del centro sociale Tnt: tuttavia nel 2012, a seguito di ingenti nevicate, il tetto era crollato, il Comune aveva concesso un altro edificio al centro sociale, e il capannone di via Politi era stato abbandonato. Uno stato di abbandono che è durato per sette anni, finché l’attuale amministrazione jesina, guidata da una coalizione di liste civiche, non ha deciso di procedere con lavori di ristrutturazione: a lavori ultimati (la fine dell’intervento è prevista per il 20 gennaio), l’edificio diventerà, molto probabilmente, sede delle mense scolastiche del Comune di Jesi.
Le polemiche sono nate perché, durante gli interventi di restauro, una parte del murale di Blu è stata cancellata mediante copertura. Il Comune, rilasciando alcune dichiarazioni al Corriere Adriatico, ha fatto sapere che la cancellazione (che riguarda la parte sommitale dell’opera) si è resa necessaria perché si trovava “su una porzione di muro già danneggiata dal crollo del tetto, che stava cadendo, e con questa anche il corrispondente disegno”, e che ogni intervento ulteriore sull’opera è stato bloccato “non appena ci si è avveduti della sua importanza”. Eppure, il Comune avrebbe dovuto sapere che su quell’edificio si trovava un’opera di grande importanza: questa è la tesi di Samuele Animali, candidato sindaco alle ultime elezioni in città con la lista “Jesi in Comune”. “Mica vero che il Comune non sapeva nulla”, ha scritto sul suo profilo Facebook. “A parte il fatto che ignorare una cosa del genere sarebbe grave, ma quando in Consiglio comunale si prospettò il recupero della palazzina Politi proprio noi facemmo notare la presenza dell’opera di Blu (l’abbiamo usata anche per commentare alcuni nostri interventi in campagna elettorale). In quell’occasione l’assessore alla cultura rispose che naturalmente erano ben coscienti dell’esistenza dell’opera e l’avrebbero ‘salvata’. Se ora si dice che ‘correrranno ai ripari’ (perché non è stata prevista una tuela preventiva), evitentemente c’è stato un problema di coordinamento tra i diversi uffici o una disattenzione”.
Ad ogni modo, il Comune ha fatto sapere che Blu verrà contattato in modo che, una volta terminati i lavori, l’opera possa essere ripristinata nel suo stato originario. Si calcola che sia andato perduto circa il 20% dell’opera, ma il Comune rassicura: la ricostruzione sarà resa possibile anche grazie all’ampia documentazione fotografica. Il murale rappresenta un uomo dallo sguardo assente che mangia spaghetti che scendono direttamente dal suo cervello, trasformato, appunto, in un piatto di pasta al pomodoro: un’opera che vuol essere una denuncia nei confronti di un’Italia incapace di pensare.
Nell’immagine sopra (da un video del quotidiano QDM Notizie), lo stato attuale dei lavori. Sotto, il murale di Blu com’era in origine.
Jesi, il Comune cancella parte del murale di Blu, ma rassicura: “verrà ricostruito” |