L’Italia è un paese di analfabeti funzionali: potremmo riassumere in maniera cruda e forse anche semplicistica l’esito dell’indagine dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) relativa alle competenze degli adulti per il 2023, il Survey of Adult Skills, realizzata bell’ambito del programma OCSE per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti (Programme for the International Assessment of Adult Competencies, PIAAC), dove per adulti si intendono gli individui tra i 16 e i 65 anni. L’Italia è infatti agli ultimi posti nella classifica dei 31 paesi dell’organizzazione analizzati, in tutte e tre le indagini: quella sulla literacy, ovvero le competenze in lettura e comprensione di testi scritti, quella sulla numeracy, la competenza di calcolo, e quella sul problem solving, la capacità di risolvere problemi.
L’indagine ha evidenziato un quadro globale eterogeneo di competenza in lettura e comprensione del testo, calcolo e risoluzione dei problemi. Ai primi posti delle classifiche si trovano sempre Finlandia, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia, che hanno dimostrato di eccellere in tutte le aree, con percentuali significative della loro popolazione adulta che dimostra capacità avanzate. Tuttavia, in media nei paesi OCSE, il 18% degli adulti non ha nemmeno i livelli più basilari di competenza in nessuno dei domini. Eppure si tratta, spiega l’OCSE, di competenze fondamentali per lo sviluppo personale, economico e sociale. Sono infatti una base necessaria per ulteriore apprendimento e innovazione e, in ultima analisi, plasmano le opportunità economiche. Le competenze aiutano gli adulti a gestire la complessità sia nella sfera privata che in quella pubblica, inoltre gli adulti qualificati possono orientarsi meglio nel moderno panorama informativo, contribuendo così a decisioni collettive e scelte politiche più consapevoli.
Le valutazioni dell’indagine del 2023 hanno richiesto agli adulti che hanno partecipato di completare una serie di attività (chiamate anche elementi di valutazione), che potevano essere risolte solo in presenza di un livello sufficiente di capacità di lettura e comprensione del testo, calcolo e problem solving. La loro prestazione in queste valutazioni è stata quindi utilizzata per stimare la loro competenza in ciascuno di questi domini di abilità. Queste stime sono state riportate su tre distinte scale da 0 a 500 punti. Le stesse scale sono state utilizzate per classificare gli elementi di valutazione in base alla loro difficoltà.
In ogni punto della scala, un individuo con un dato livello di competenza ha il 67% di possibilità di completare con successo le attività situate a quello stesso livello. Gli adulti con un dato livello di competenza avranno una probabilità inferiore di essere in grado di completare con successo attività più difficili (quelle con valori più alti sulla scala).
È importante notare, segnala l’OCSE, che la capacità di lettura e comprensione del testo, la capacità di calcolo e la risoluzione adattiva dei problemi sono abilità separate, misurate su scale distinte. Ciò significa che i confronti diretti dei punteggi di lettura e comprensione del testo e capacità di calcolo, ad esempio, non sono significativi. In altre parole, il fatto che gli individui (o un gruppo) abbiano un punteggio più alto in lettura e comprensione del testo che in capacità di calcolo non consente di concludere che le loro capacità di lettura e comprensione del testo siano superiori a quelle di capacità di calcolo. Qualsiasi confronto delle prestazioni tra diversi domini deve necessariamente essere di natura relativa. Ad esempio, si può dire che gli individui (o un gruppo) sono relativamente migliori in lettura e comprensione del testo che in capacità di calcolo se il loro grado nella distribuzione ordinata della capacità di lettura e comprensione del testo è più alto del loro grado nella distribuzione della capacità di calcolo.
Nella classifica delle capacità di lettura e comprensione del testo, l’Italia occupa il sestultimo posto: dietro ci sono soltanto Israele, Lituania, Polonia, Portogallo e Cile. Peggio nelle capacità di calcolo: quartultimo posto, peggio di noi Polonia, Portogallo e Cile. Stesso risultato per quel che riguarda il problem solving: dietro di noi si trovano solo Lituania, Polonia e Cile. Ai primi posti della classifica la Finlandia, prima in tutte e tre le graduatorie, seguita dal Giappone, dalla Svezia, dalla Norvegia e dai Paesi Bassi che occupano sempre il secondo, terzo, quarto e quinto posto.
In Italia, le abilità cognitive degli adulti si mantengono sostanzialmente invariate tra il 2012 e il 2023, una tendenza che rispecchia quanto osservato in altri Paesi. Tuttavia, questa stabilità si accompagna a un significativo divario da colmare rispetto alla media dei risultati OCSE. Nel nostro paese, inoltre, i risultati riflettono ampie disparità interne legate a fattori territoriali (i residenti del nord e del centro dell’Italia hanno punteggi pari a quelli della media OCSE, mentre nel mezzogiorno ci sono quasi sempre valori significativamente inferiori alla media italiana e di conseguenza a quella dell’OCSE), all’età, al livello di istruzione e al genere. Un dato positivo per il nostro paese riguarda i giovani, che rappresentano una risorsa cruciale in un contesto segnato da uno dei più elevati tassi di invecchiamento a livello globale. Gli adolescenti e i giovani adulti (16-24 anni) ottengono risultati significativamente migliori rispetto al resto della popolazione, distinguendosi in particolare nelle competenze numeriche, dove superano anche la fascia d’età 25-34 anni.
Per quanto riguarda la lettura e la comprensione del testo, il 35% degli adulti italiani (media OCSE: 26%) ha ottenuto un punteggio di Livello 1 o inferiore, il che significa che hanno una bassa capacità di comprendere un testo scritto. Il Livello 1 riguarda la comprensione di testi brevi ed elenchi organizzati quando le informazioni sono chiaramente indicate, la capacità di trovare informazioni specifiche e identificare collegamenti pertinenti. Gli individui al di sotto del Livello 1 possono al massimo comprendere frasi brevi e semplici. All’altro estremo dello spettro, il 5% degli adulti (media OCSE: 12%) ha ottenuto un punteggio di Livello 4 o 5 in comprensione del testo. Questi adulti possono comprendere e valutare testi lunghi e densi su più pagine, cogliere significati complessi o nascosti e utilizzare conoscenze pregresse per comprendere testi e completare compiti.
In capacità di calcolo, il 35% degli adulti (media OCSE: 25%) ha ottenuto un punteggio pari o inferiore al Livello 1. Al Livello 1, gli adulti possono fare matematica di base con numeri interi o denaro, comprendere i decimali e trovare singole informazioni in tabelle o grafici, ma possono avere difficoltà con compiti che richiedono più passaggi (ad esempio risolvere una proporzione). Quelli al di sotto del Livello 1 possono sommare e sottrarre numeri piccoli. Gli adulti ai Livelli 4 o 5 sono i migliori (6% in Italia, 14% in media nei paesi e nelle economie OCSE). Possono calcolare e comprendere tassi e rapporti, interpretare grafici complessi e valutare criticamente affermazioni statistiche.
Nel problem solving, il 46% degli adulti (media OCSE: 29%) ha ottenuto un punteggio di competenza pari o inferiore al Livello 1. Gli adulti al Livello 1 possono risolvere problemi semplici con poche variabili e poche informazioni irrilevanti, che non cambiano man mano che si procede verso la soluzione. Hanno difficoltà con problemi con molti passaggi o quelli che necessitano di monitoraggio di più variabili. Gli adulti al di sotto del Livello 1 comprendono al massimo problemi molto semplici, in genere risolti in un unico passaggio. Circa l’1% degli adulti (media OCSE: 5%) ha ottenuto un punteggio di Livello 4. Hanno una comprensione più profonda dei problemi e possono adattarsi a cambiamenti inaspettati, anche se richiedono una rivalutazione importante del problema.
Per chiunque voglia approfondire, è possibile leggere tutti i dati e le analisi sul sito dell’OCSE.