Italia Nostra ha scritto una lettera al ministro dei beni culturali Dario Franceschini e alla Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del MiBACT ribadendo la propria preoccupazione per i gravi effetti che l’articolo 55-bis del decreto legge “Semplificazioni” (n. 76 del 2020) sta producendo nell’azione di tutela del Ministero sullo stadio “Artemio Franchi” di Firenze. Si tratta dell’articolo, fortemente voluto dal senatore Matteo Renzi di Italia Viva, approvato quest’estate e noto come “sbloccastadi”: l’articolo prevede che chiunque voglia ammodernare un impianto sportivo destinato alle competizioni professionistiche possa realizzare gli interventi in deroga a eventuali vincoli di carattere culturale sul bene.
La misura ha fatto molto scalpore perché a tanti è parsa tagliata ad hoc proprio per lo stadio Franchi di Firenze, che l’imprenditore italo-americano Rocco Commisso, patron della Fiorentina (è presidente della squadra di calcio nonché fondatore, presidente e ad dell’azienda, la Mediacom, che ne detiene la proprietà), vorrebbe interamente ricostruire, con un investimento da 250 milioni di euro. Il nuovo stadio, è stato valutato da uno studio commissionato dalla Fiorentina a Deloitte, dovrebbe generare 1.050 posti di lavoro e creare un impatto economico di 5 miliardi, anche perché è previsto che il nuovo stadio accolga diverse attività commerciali. Al momento la situazione è in divenire: il MiBACT potrebbe pronunciarsi contro il progetto di Commisso, ma la proprietà è pronta a impugnare un eventuale provvedimento ricorrendo al Tar.
Lo stadio Franchi è un impianto storico, progettato da Alessandro Giuntoli, Pier Luigi Nervi e Gioacchino Luigi Mellucci, fu inaugurato nel 1930 ed è considerato un modello del razionalismo italiano. Al momento la struttura è degradata e avrebbe bisogno di lavori di restauro, che possa rendere il Franchi un impianto adeguato alle esigenze dei tifosi: è questa la linea che stanno tenendo i comitati e gli intellettuali che si schierano in difesa dello stadio di Firenze.
“Gli elementi dello stadio da conservare in situ”, fa sapere Italia Nostra in una nota, “sono dettagliatamente descritti nel Decreto di Vincolo del complesso emanato a maggio di quest’anno degli organi periferici del Ministero (Segretariato regionale della Toscana e Soprintendenza di Firenze). Tra l’altro, nei documenti del decreto di vincolo si tiene in debito conto delle condizioni attuali dello stadio e delle problematiche di varia natura indicate dagli stessi uffici tecnici del Comune di Firenze. Ad oggi, non risulta che la stessa Amministrazione comunale abbia promosso azioni tese alla rimozione di questo vincolo e, pertanto, è evidente che le sostituzioni o demolizioni al complesso sportivo possono riguardare solo le addizioni apportate all’impianto in occasione dei Campionati del Mondo del 1990, nel rispetto delle precise e puntuali prescrizioni indicate dalla Soprintendenza”. Insomma, secondo Italia Nostra, il Franchi non si può demolire o manomettere.
Italia Nostra auspica dunque che il ministero, attraverso il suo organo centrale deputato, risponda alle proposte di demolizione di una parte delle strutture storiche dello Stadio Franche e “riconfermi le ragioni della tutela”, conclude il sodalizio, “secondo il dettato dell’articolo 9 della Costituzione”.
Foto: lo stadio di Firenze. Ph. Credit Francesco Bini
Italia Nostra scrive a Franceschini: “non si può demolire o manomettere lo stadio di Firenze” |