Roma, indagine sul nuovo stadio, indagato anche il soprintendente Prosperetti


C’è anche il soprintendente di Roma, Francesco Prosperetti, tra gli indagati per la vicenda dello stadio di Roma. Il Ministero dispone un’ispezione.

C’è anche il soprintendente di Roma, Francesco Prosperetti, nell’elenco degli indagati per la vicenda del giro di corruzione e tangenti attorno al nuovo stadio della Roma: sei persone sono state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre per altre tre sono scattati gli arresti domiciliari. L’accusa è quella di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e delitti contro la pubblica amministrazione: le indagini sono state condotte dai Carabinieri che hanno perquisito studi e uffici. Tra gli arrestati l’imprenditore Luca Parnasi, titolare dell’azienda Eurnova, principale contraente del progetto per il nuovo stadio della Roma, Luca Lanzalone, presidente della società di servizi Acea e vicino al Movimento 5 Stelle, Adriano Palozzi, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, di Forza Italia, e Michele Civita, assessore regionale alle politiche del territorio, del PD. Risulta invece indagato Paolo Ferrara, capogruppo dei pentastellati nel consiglio comunale di Roma.

Tra gli indagati, come detto, anche il titolare della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, Francesco Prosperetti. Nel febbraio dello scorso anno Prosperetti aveva avuto un ruolo determinante nell’ambito dell’archiviazione della richiesta di vincolo sulle tribune dell’ippodromo di Tor di Valle, portata avanti da Margherita Eichberg quando era lei la soprintendente. Già nel giugno del 2017 Margherita Eichberg si era espressa contro questo provvedimento rilasciando un’intervista al Corriere della Sera con parole dure (“peccato che Prosperetti sia un soprintendente e non un mediatore d’affari”) e difendendo la sua richiesta di vincolo (“il vincolo aveva serie motivazioni ed era stato richiesto dai comitati tecnico-scientifici del ministero”). Dal suo canto, Prosperetti, con un’intervista a Repubblica, affermò che il vincolo era inapplicabile perché la procedura era viziata, e aveva disposto l’archiviazione perché, con il vincolo, il ministero avrebbe rischiato “una causa milionaria”.

Secondo la procura, l’ex capo della Segreteria del Ministero dei Beni Culturali, Claudio Santini, anch’egli indagato, “avvicinò il soprintendente Francesco Prosperetti chiamato a pronunciarsi sul vincolo” poi archiviato il 15 di giugno dello scorso anno: la Procura informa di un “incontro tra il Soprintendente e il gruppo Parnasi il 19 maggio del 2017” e della successiva decisione di affidare all’architetto Paolo Desideri “la redazione di un progetto necessario per superare la questione del vincolo”. Dalle intercettazioni sarebbe emersa l’amicizia tra Desideri e Prosperetti. Sempre secondo la Procura l’ex capo della segreteria, per la sua “mediazione per conto di Parnasi”, avrebbe ricevuto “quale compenso per questa illecita attività 53.440 euro”.

Il Ministero dei Beni Culturali intanto ha disposto un’ispezione sulla vicenda, come si legge nella comunicazione diramata dal capo di gabinetto Tiziana Coccoluto: “in considerazione di quanto emerso di recente dai provvedimenti giudiziari cautelari che hanno investito l’iter procedurale relativo al procedimento autorizzativo per la realizzazione del progetto denominato ’Nuovo stadio della Roma’ si chiede a codesto Segretariato di valutare l’opportunità di avviare una procedura ispettiva volta a verificare la linearità dell’azione di competenza degli organi periferici deputati alla tutela degli specifici interessi pubblici governati da questa amministrazione”.

Nella foto: la prima redazione (poi modificata) del progetto per il nuovo stadio della Roma.

Roma, indagine sul nuovo stadio, indagato anche il soprintendente Prosperetti
Roma, indagine sul nuovo stadio, indagato anche il soprintendente Prosperetti


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