Ricettazione e commercio di opere d'arte false, tra gli indagati anche Vittorio Sgarbi


Il nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri indaga per ricettazione e commercio di opere false: tra gli indagati anche Vittorio Sgarbi.

Il nucleo Comando Tutela Patrimonio Artistico dei Carabinieri ha avviato un’inchiesta su una presunta associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e commercializzazione di opere d’arte contraffatte. Sono 23 gli indagati, tra i quali figura anche il noto storico dell’arte e personaggio televisivo Vittorio Sgarbi. Stando agli inquirenti, gli indagati avrebbero immesso sul mercato diverse opere d’arte contraffatte attribuite a uno dei più grandi artisti del Novecento, Gino De Dominicis (Ancona, 1947 - Roma, 1998), e ad altri artisti meno noti, accompagnate da false certificazioni di autenticità. Sgarbi risulta indagato in quanto presidente della Fondazione Archivio Gino De Dominicis di Roma, attorno alla quale ruota tutta l’inchiesta: per adesso sono stati emanati quattro provvedimenti di misura cautelare (sono stati comminate due misure d’arresto domiciliare, una per il vicepresidente della Fondazione e l’altra per la persona ritenuta materialmente responsabile dei falsi e due divieti temporanei di esercizio dell’attività professionale, che hanno raggiunto due galleristi coinvolti nell’inchiesta). Inoltre, sono state sequestrate duecentocinquanta opere ritenute false, ed è stato individuato quello che secondo gli inquirenti è il laboratorio in cui i falsi venivano prodotti.

Sgarbi ha commentato la vicenda con parole infuocate: “mai il nucleo di tutela del patrimonio artistico dei carabinieri era arrivato più in basso”, ha scritto sulla sua pagina Facebook. “L’insipiente procura”, ha aggiunto, “è indifferente al vandalismo e alla distruzione e insegue e sequestra opere autentiche di Gino de Dominicis sulla base di indagini farlocche, senza alcun elemento probatorio, senza l’individuazione di falsari: un’indagine irresponsabile e criminale che distrugge la reputazione di un artista di cui non si conoscono falsi, se non nell’esaltazione di chi pretende di essere l’unico esperto. E ci si mette anche il magistrato indossando le vesti di critico d’arte, immaginando una ‘banda’ che non c’è’ mai stata“. L’ignoranza dei carabinieri e la presunzione del magistrato sono una fantasiosa e visionaria minaccia della libertà della critica e della competenza degli esperti per favorire gli interessi di un solo collezionista autonominatosi critico d’arte, da cui è partita questa scellerata indagine”.

Il noto storico dell’arte ha annunciato che provvederà a un’interrogazione parlamentare, chiederà l’accesso agli atti dell’indagine che, secondo lui, “infama collezionisti e galleristi onesti senza alcun elemento probatorio, e pregiudica l’attività critica con i suoi liberi convincimenti”, e ha dato mandato al suo avvocato al fine di procedere con una denuncia per diffamazione nei confronti del pubblico ministero che ha richiesto l’indagine.

Nella foto: Vittorio Sgarbi. Ph. Credit Giovanni Dall’Orto

Ricettazione e commercio di opere d'arte false, tra gli indagati anche Vittorio Sgarbi
Ricettazione e commercio di opere d'arte false, tra gli indagati anche Vittorio Sgarbi


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