Foggia, incendio distrugge il sito archeologico di Faragola. Volpe: “l'Isis è tra noi”


Un incendio, forse di origine dolosa, ha devastato questa notte il sito archeologico di Faragola, nel foggiano. Danni forse nell’ordine dei milioni di euro.

Un grosso incendio in nottata ha devastato il sito archeologico della villa di Faragola ad Ascoli Satriano, nel foggiano, uno dei più importanti del territorio. Sono già in corso le indagini dei carabinieri, volte a scoprire l’origine del disastro: non si esclude che possa trattarsi di un rogo doloso, anche se, scrive il quotidiano locale L’immediato, tutte le ipotesi sono al vaglio degli inquirenti. Difficoltà per il fatto che la villa di Faragola non aveva custodi né era dotata di un impianto di videosorveglianza. Il presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, Giuliano Volpe, pugliese, profondo conoscitore del foggiano, e già direttore degli scavi di Villa Faragola, ha scritto stamani un post su Facebook dettagliato quanto sconcertato, in cui ipotizzava l’origine dolosa dell’incendio, stante anche il fatto che i legni della copertura del sito erano ignifughi. Non sono tuttavia ancora state trovate tracce di liquidi infiammabili, o inneschi.

I danni sono rilevanti e presumibilmente sono nell’ordine dei milioni di euro, perché sul sito tanto era stato investito. La villa era stata acquisita nel 1997 dal Comune di Ascoli Satriano e, a partire dal 2003, era stata oggetto di approfondite e lunghe indagini archeologiche, che nel 2009 hanno condotto anche a una parziale apertura al pubblico. “Non so ancora nulla dei danni provocati alle strutture archeologiche, ai muri, ai mosaici, alle pavimentazioni in marmo, a tutto il sito”, ha scritto Giuliano Volpe. “Quattordici anni di scavi, di ricerche, di studi, di lavoro sul campo, di pubblicazioni, di progettazione di un modello di musealizzazione in situ per uno dei parchi archeologici considerati più importanti di Puglia e d’Italia: persi, distrutti, inceneriti dalla malavita o dalla stupidità o da altri interessi? A chi dava fastidio un sito come Faragola?”.

La Villa di Faragola era un antico insediamento rurale, dalla lunga storia, d’epoca romana e tardoantica, ma abitato e utilizzato in maniera continuativa anche fino a epoche recenti: gli attuali scavi avevano parzialmente riportato alla luce i ricchi ambienti residenziali, noti soprattutto nella parte tardoantica risalente al IV-VI secolo dopo Cristo. Il complesso era dotato anche di ambienti destinati alle attività produttive (tra i quali una fornace che serviva per la cottura dei mattoni). La parte residenziale era decorata con raffinati mosaici: si teme adesso per la loro sopravvivenza. Era in progetto la ripresa dei lavori, che avrebbe dovuto migliorare il percorso di visita da parte del pubblico, aggiungere installazioni multimediali e un laboratorio didattico per i bambini, fa sapere ancora Giuliano Volpe. Che conclude con amarezza: “Purtroppo è la conferma che quando un sito è lasciato senza una gestione, senza controlli, senza un uso quotidiano diventa la classica terra di nessuno nella quale è facile che i delinquenti o i vandali operino indisturbati”.

L’immagine del sito distrutto è tratta dal profilo Facebook di Giuliano Volpe.

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