Termina il restauro della Resurrezione di Piero della Francesca a Sansepolcro. Il capolavoro di nuovo visibile


I lavori di restauro della “Resurrezione”, il grande capolavoro di Piero della Francesca (Borgo Sansepolcro, 1412 circa - 1492), realizzato probabilmente tra il 1450 e il 1465 (anche se nuove ricerche potrebbero spostarla attorno al 1470), sono terminati.
Nel marzo del 2015 il dottor Aldo Osti, ex dirigente della Buitoni, ha donato 10000 € per riportare il dipinto murale (definito dallo scrittore inglese Aldous Huxley "la pittura più bella del mondo) a un ottimale stato di conservazione e tre anni dopo, e più precisamente sabato 24 marzo 2018, l’opera oggi custodita nel Museo Civico di Sansepolcro di Arezzo potrà essere ammirata di nuovo.
I restauratori che hanno impiegato tempo ed energia per l’impresa sono Paola Ilaria Mariotti dell’Opificio delle Pietre Dure e Umberto Senserini della Soprintendenza, che presenteranno il dipinto al pubblico nella data stabilita dopo il saluto delle autorità.
In una nota si legge: “L’intervento conservativo, preceduto da importanti indagini diagnostiche effettuate con le tecnologie più avanzate, ha visto susseguirsi varie fasi di pulitura, finalizzate all’asportazione di sostanze estranee di deposito, ed è intervenuto su fenomeni di degrado in atto sulla pellicola pittorica, per arrivare a restituire all’opera tutta la vitalità cromatica originaria”.
L’assessore alla cultura, Gabriele Marconcini, ha spiegato che la data 24 marzo è stata scelta così che “La Resurrezione” possa essere visitata nella settimana di Pasqua.

“Oggi possiamo affermare con certezza quel che a lungo avevamo sentito dire: il dipinto venne spostato qui da un altro luogo, forse anche da una parete esterna sull’arengario”. Lo ha dichiarato all’ANSA Cecilia Frosinini, direttrice del settore Restauro Dipinti Murali all’Opificio delle Pietre Dure. “È dunque uno dei più antichi e monumentali trasporti a massello della storia dell’arte. Decidere di portarlo qui, nel Palazzo della residenza e nella Sala dei Conservatori del popolo fu una scelta identitaria”. Il restauro ha inoltre permesso di far luce sulla tecnica adottata dal grande artista. “Oggi sappiamo anche che i verdi sono i più deboli, così come il rosa del manto doveva essere più carico”, ma debellata la solfatazione, “malattia” degli intonaci dipinti, “abbiamo scelto di fermarci davanti alla consapevolezza della storia, senza intervenire artificiosamente e lasciando parlare il tempo”. Adesso, ha aggiunto la direttrice dei lavori per la Soprintendenza, Paola Refice, “bisogna assicurare alla Resurrezione una manutenzione ordinaria. Non deve accadere mai più che un’opera arrivi ad aver bisogno di interventi così importanti”.

Nell’immagine: Paola Ilaria Mariotti alle prese con la Resurrezione.

Termina il restauro della Resurrezione di Piero della Francesca a Sansepolcro. Il capolavoro di nuovo visibile
Termina il restauro della Resurrezione di Piero della Francesca a Sansepolcro. Il capolavoro di nuovo visibile


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