Il Mose di Venezia è entrato in funzione per la seconda volta il 15 ottobre, quando era prevista una nuova marea dal picco di 135 centimetri: e come era avvenuto per il primo test dello scorso 3 ottobre, anche giovedì il Modulo Sperimentale Elettromeccanico ha fermato l’ondata, consentendo alla città di non dover affrontare i soliti disagi legati all’acqua alta. Soddisfazione del sindaco Luigi Brugnaro, che ha scritto su Twitter: “Ore 9.18 la Città è all’asciutto. Tutte le paratoie sono in funzione ore 10.45 è previsto un picco almeno di 135 cm perché la bora è in rinforzo. Si prevede di abbattere verso le 13.30 e riaprire i canali verso le 15.30”.
Il Mose non si è invece azionato nei giorni seguenti, il 16 e il 17 ottobre, quando la marea ha raggiunto 105 centimetri in centro, 110 al Lido e 112 a Malamocco. Con un picco di 105 centimetri, piazza San Marco si allaga, anche se di poco e senza causare disagi significativi: il protocollo di emergenza prevede infatti che le paratoie del Mose si alzino solo se è prevista una marea di 130 centimetri. Mettere in azione il Mose causa infatti disagi alla navigazione e alle attività del porto, dal momento che, per entrare in porto, le navi devono aspettare fuori dalla laguna. Al momento, il provveditore alle opere pubbliche del Comune di Venezia, Cinzia Zincone, ha fatto sapere che il protocollo resta confermato e il Mose entra in azione solo in caso di marea uguale o superiore ai 130 centimetri, malgrado anche con quote inferiori l’acqua salga in piazza San Marco.
Nell’immagine (Comune di Venezia), il Mose in azione.
Mose di Venezia, buona anche la seconda, fermata la marea da 135 cm |