Imponente, innovativo, suggestivo. Il Grande Museo Egizio (GEM, Grand Egyptian Museum) del Cairo ha finalmente iniziato ad aprire parzialmente le sue porte il 16 ottobre 2024 introducendo 12 sale che presentano un occhio completo sulla civiltà egizia. Situato vicino alle piramidi di Giza, il museo, con una superficie di 120 acri, è un progetto ambizioso che, con un investimento di oltre 1 miliardo di dollari (parliamo di circa 920 milioni di euro), promette di essere il più grande museo archeologico del mondo, con oltre 100.000 reperti tra cui l’intero tesoro di Tutankhamon (1341 a.C. circa – 1323 a.C. circa) che sarà esposto per la prima volta nella sua totalità. La sua apertura ufficiale non è ancora stata annunciata ma sono previsti test di accesso per circa 4.000 visitatori. Dopo più di vent’anni di progettazione e sviluppo, il GEM ha l’obiettivo di rappresentare un simbolo del legame tra passato, presente e futuro dell’Egitto. La collezione spazia infatti dalle origini della civiltà egizia fino ai periodi greco-romani.
Eissa Zidan, direttore generale della conservazione, restauro e trasporto delle antichità al Grande Museo Egizio, ha annunciato che oltre 200 reperti appartenenti alla collezione di Tutankhamon, attualmente conservati al Museo Egizio di Tahrir del Cairo, aperto nel lontano 1902, saranno trasferiti al GEM prima della sua apertura ufficiale. Zidan ha precisato inoltre che ad oggi il Museo di Tahrir ospita più di 220 pezzi della collezione del faraone, inclusi oggetti piuttosto noti come la maschera funeraria, la bara dorata e il trono. I reperti del faraone saranno quindi allestiti nelle nuove sale espositive del GEM per garantire una preparazione e cura ottimali in vista dell’inaugurazione. Inoltre, ha rivelato che i tesori del faraone saranno esposti in una sala dedicata sette volte più grande rispetto a quella disponibile al Museo di Tahrir. Tutto ciò permetterà ai visitatori di analizzare la collezione con più attenzione, supportati dall’uso delle più moderne tecnologie espositive, simili a quelle dei musei di fama internazionale. Una delle sale, ad esempio, sfrutterà la realtà virtuale per raccontare la storia della sepoltura di Tutankhamon e il suo sviluppo nell’antico Egitto. L’utilizzo di tecnologie all’avanguardia permetterà quindi ai visitatori di esplorare le storie legate alla sepoltura e alla cultura dell’antico Egitto. “Il museo è un regalo per il mondo intero”, ha dichiarato Eissa Zidan.
Ma com’è strutturato il museo? Le 12 sale principali del GEM saranno suddivise per dinastie e periodi storici. Tra le ere rappresentate spiccano il Terzo Periodo Intermedio (1070-664 a.C.), fase di transizione segnata da cambiamenti politici e culturali e il Periodo Tardo (664-332 a.C.). Saranno oltre a ciò protagoniste le epoche del Periodo Greco-Romano (332 a.C.-395 d.C.), in cui l’Egitto divenne un crocevia di influenze ellenistiche e imperiali, e del Nuovo Regno (1550-1070 a.C.), durante il quale regnarono faraoni come Ramses II (1303 a.C. – 1213/1212 a.C.) e Tutankhamon. Altre sezioni fondamentali saranno dedicate al Regno Medio (2030-1650 a.C.) e all’Antico Regno (2649-2130 a.C.), considerato l’età d’oro della costruzione piramidale e della civiltà faraonica. Ogni sala presenta almeno 15.000 reperti, tra cui statue e oggetti della vita quotidiana dell’antica società egizia. Una grande scalinata, alta sei piani, regala al visitatore una vista sulle piramidi e ospita spazi per esposizioni, monumenti e manufatti storici. Oltre alla cultura, il museo integra anche intrattenimento, con gallerie dedicate ai bambini, esperienze di realtà aumentata e una vasta gamma di ristoranti e negozi. Un Centro Congressi e un Auditorium arricchiranno ulteriormente l’offerta. In questo modo il GEM diventerà un punto di riferimento per visitatori di tutte le età.
La storia del Grande Museo Egizio ha inizio nel 2002, quando il governo egiziano lanciò un ambizioso concorso internazionale per la creazione di un nuovo complesso museale destinato a ospitare alcuni dei più preziosi tesori dell’antichità. Il progetto, che rappresentava un’occasione unica per riaffermare il ruolo dell’Egitto moderno nel panorama culturale internazionale, trovò il suo slancio già nel mese successivo, quando fu posata (simbolicamente) la prima pietra nel sito scelto, situato a soli due chilometri dalle Piramidi di Giza, l’unica delle sette meraviglie del mondo antico a essere sopravvissuta fino ai nostri giorni. Nel 2003, in occasione di una conferenza stampa al Cairo, fu svelato il nome del vincitore del prestigioso concorso per la progettazione architettonica: lo studio irlandese Heneghan Peng Architects, che aveva saputo distinguersi con una visione architettonica all’avanguardia, venne incaricato di trasformare il suo concept innovativo nel futuro GEM. L’inizio dei lavori, avvenuto nel 2005, fu in realtà segnato da una serie di difficoltà di natura ambientale, finanziaria e politica, che rallentarono significativamente il progresso del progetto. Gli ostacoli culminarono nel 2011, quando la Primavera araba travolse l’Egitto, costringendo a interrompere i lavori mentre il paese si trovava a fare i conti con un periodo di profonda instabilità politica. A complicare ulteriormente la situazione, il settore turistico, fondamentale per l’economia egiziana, subì un drastico calo. Questo peggiorò il quadro finanziario e mise a rischio la realizzazione del museo. Con il ripristino di una maggiore stabilità politica nel 2014, il progetto conobbe una nuova fase di rilancio. I lavori ripresero, alimentati da prestiti internazionali che permisero di superare la crisi finanziaria e di avvicinare sempre più il sogno di un museo destinato a diventare un simbolo della rinascita culturale egiziana.