L’ICOM (International Council Of Museums), il principale ente mondiale che rappresenta i musei, raccomanda ai governi dei paesi colpiti dalla pandemia di Covid-19 da coronavirus di continuare a garantire risorse economiche ai musei anche durante l’emergenza sanitaria per evitare la catastrofe culturale. È quanto l’ICOM scrive in una nota, che si apre con le condoglianze a tutti coloro che “hanno perso i loro cari a causa del virus” e con i ringraziamenti ai professionisti della sanità, “che rischiano la loro vita combattendo la pandemia in prima linea”, e alla comunità scientifica internazionale “che lavora senza sosta per trovare una cura”.
“I governi di tutto il mondo”, scrive l’ICOM, “hanno adottato le misure necessarie per fermare la circolazione del virus, chiudendo scuole e spazi pubblici, e decretando il coprifuoco. Due miliardi di persone sono stati confinati nelle loro case, e il numero continua a crescere. La minaccia è non solo per la salute, ma anche per la sussistenza. Poiché le fabbriche e i negozi sono chiusi, e i viaggi sono proibiti, l’economia globale si trova sull’orlo di una profonda recessione”. Una recessione che rischia di affondare la cultura: “il settore culturale, duramente colpito dalla chiusura dei musei, delle biblioteche, dei cinema, dei teatri, affronterà perdite che potrebbero portare alla rovina permanente intere comunità e nazioni”.
“Comprendiamo che la priorità è garantire la salute e la sicurezza economica delle popolazioni colpite”, afferma l’ICOM, che però esprime anche la propria preoccupazione “sul futuro dei musei e dell’inestimabile patrimonio culturale che conservano, una parte essenziale dell’identità dei popoli e delle nazioni e un elemento vitale per le comunità. In quanto depositi di conoscenze scientifiche accumulate lungo i secoli, il loro ruolo è fondamentale per il futuro dell’umanità, specialmente in tempi d’incertezza come quelli che stiamo vivendo oggi”.
C’è dunque seria preoccupazione per i musei, che “sono già sottofinanziati in molti luoghi, e per i quali la chiusura temporanea di oggi rischia di trasformarsi in una chiusura permanente domani. In Italia, il settore culturale perderà tre miliardi di euro nel prossimo semestre, in Spanga 980 milioni di euro solo nel mese di aprile. La American Alliance of Museums (AAM) stima che un terzo dei musei degli Stati Uniti non riaprirà. Migliaia di professionisti che lavorano nei musei, soprattutto gli autonomi e i precari, stanno per perdere la loro fonte di sussistenza, o l’hanno già persa”.
L’ICOM, in qualità di rappresentate della comunità internazionale dei musei, lancia dunque un appello ai politici e ai decision-makers “per allocare con urgenza fondi per salvare i musei e i loro professionisti, così che possano sopravvivere alle chiusure e continuare la loro fondamentale missione di servizio pubblico per le generazioni che verranno. Il processo di cura delle nostre società dopo la crisi da Covid-19 sarà lungo e complesso. I musei, in quanto ineguagliabili luoghi d’incontro e di apprendimento per tutti, avranno un ruolo da giocare nel riparare e nel rafforzare il tessuto sociale delle comunità colpite. Collaboreremo con i governi nazionali e regionali, così come con i nostri partner istituzionali e con altre organizzazioni internazionali per assicurare il futuro dei musei”.
Immagine: Milano, Pinacoteca di Brera
L'ICOM si appella ai governi: devono allocare fondi per i musei, o per la cultura di intere nazioni sarà la rovina |